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IL ROMA - De Laurentiis per ora conferma Ancelotti, ma comunque vada a fine stagione si cambia, piacciono Inzaghi e Gasperini
05.12.2019 12:12 di Redazione Fonte: Giovanni Scotto per il Roma

NAPOLI. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha confermato Carlo Ancelotti. Non può fare altro, con la convinzione che la situazione non precipiterà e che Carletto riesca a risollevare gli azzurri, soprattutto in campionato. Ma a fine stagione, in un modo o nell’altro, si cambierà. Anche se dovesse subentrare un allenatore al posto di Ancelotti, molto difficilmente il “traghettatore” sarà anche il tecnico per la prossima stagione. Ecco perché il patron azzurro si sta guardando intorno per il futuro: quello vero, e non l’eventuale emergenza in caso di esonero di Ancelotti, che ovviamente nemmeno può trascurare. Il contratto di Carletto scade il 30 giugno del 2020. C’è una clausola che può far scattare il Napoli che prevede un terzo anno alle stesse condizioni, ma non ci sono i presupposti per continuare. De Laurentiis ritiene che dopo le difficoltà di questi due anni con Ancelotti è meglio ricominciare da capo aprendo un nuovo ciclo. E per farlo serve un tecnico diverso.

 

I PRECEDENTI insegnano quale è la strategia di De Laurentiis: dopo un ciclo con un allenatore esperto e dal curriculum importante, al presidente piace ripartire da un tecnico giovane, o comunque emergente, in grado di affermarsi sulla panchina azzurra. Accadde dopo Benitez, quando arrivò Sarri, e tenendo presente la breve parentesi Donadoni, lo stesso Mazzari subentrò al lungo ciclo di Edy Reja. Anche stavolta lo schema dovrebbe ripetersi. Per aprire un nuovo ciclo De Laurentiis vorrebbe un allenatore giovane, con fame e soprattutto con delle idee. Che sappia insegnare calcio, o che possa trasmettere ai suoi calciatori concetti e idee che possano diventare il marchio di fabbrica della squadra azzurra. Gioco e collettivo, i concetti che piacciono tanto a De Laurentiis. Visto che cambieranno anche molti giocatori, il presidente preferirebbe un allenatore italiano, con zero problemi di adattamento alla lingua e al calcio italiano. Ecco perché la pista straniera (e i nomi che piacciono a De Laurentiis sono tanti) è, per ora, accantonata. Si cerca un allenatore italiano: giovane, ed emergente. il nome giusto è quello di Simone Inzaghi. Preparato, uno “studioso” di calcio. Educato, moderato nei toni e abituato a lavorare in una grande piazza. De Laurentiis aveva pensato a lui anche prima di ingaggiare Ancelotti. Inzaghi ha rinnovato il contratto con la Lazio la scorsa estate fino al 2021, ma a fine anno potrebbe lasciare. Il rapporto con Lotito è ondivago, anche se una possibile qualificazione della Lazio in Champions League renderebbe più complicato convincere il presidente della Lazio a liberare il proprio allenatore. Eppure, si mormora che Lotito non ne farebbe un dramma, visto che più di una volta è stato ad un passo dall’esonerare Inzaghi. E si dice anche che De Laurentiis sia in contatto con Filippo Inzaghi, attuale allenatore del Benevento, per lusingare Simone e convincerlo che un “derby” in famiglia l’anno prossimo in Serie A sarebbe imperdibile.

 

I SANNITI, infatti, dominano il campionato di Serie B. De Laurentiis vorrebbe avere la forte volontà di Inzaghi, ma per quella bisogna aspettare. Ecco perché non scarta le alternative: il patron segue anche Roberto De Zerbi del Sassuolo, ma lo ritiene un po’ irruente dal punto di vista tattico e sostanzialmente inesperto. Difficile che si vada avanti. In cima ai pensieri di De Laurentiis c’è sempre Gasperini, il quale, però, avrebbe fatto molte premesse prima di fare una vera e propria apertura. Servirà tempo, e pazienza: ha un lungo contratto con l’Atalanta (2022). Poi ci sono gli outsider: allenatori come Giampaolo e Di Francesco corrispondono al profilo che De Laurentiis cerca, ma il presidente difficilmente chiamerà allenatori reduci da esperienze negative. E poi c’è il marasma di stranieri: Emery, Pochettino, Marsch, Ten Hag e Rodgers sono solo alcuni dei nomi graditi.

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di Napoli Magazine

05/12/2024 - 12:12

NAPOLI. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha confermato Carlo Ancelotti. Non può fare altro, con la convinzione che la situazione non precipiterà e che Carletto riesca a risollevare gli azzurri, soprattutto in campionato. Ma a fine stagione, in un modo o nell’altro, si cambierà. Anche se dovesse subentrare un allenatore al posto di Ancelotti, molto difficilmente il “traghettatore” sarà anche il tecnico per la prossima stagione. Ecco perché il patron azzurro si sta guardando intorno per il futuro: quello vero, e non l’eventuale emergenza in caso di esonero di Ancelotti, che ovviamente nemmeno può trascurare. Il contratto di Carletto scade il 30 giugno del 2020. C’è una clausola che può far scattare il Napoli che prevede un terzo anno alle stesse condizioni, ma non ci sono i presupposti per continuare. De Laurentiis ritiene che dopo le difficoltà di questi due anni con Ancelotti è meglio ricominciare da capo aprendo un nuovo ciclo. E per farlo serve un tecnico diverso.

 

I PRECEDENTI insegnano quale è la strategia di De Laurentiis: dopo un ciclo con un allenatore esperto e dal curriculum importante, al presidente piace ripartire da un tecnico giovane, o comunque emergente, in grado di affermarsi sulla panchina azzurra. Accadde dopo Benitez, quando arrivò Sarri, e tenendo presente la breve parentesi Donadoni, lo stesso Mazzari subentrò al lungo ciclo di Edy Reja. Anche stavolta lo schema dovrebbe ripetersi. Per aprire un nuovo ciclo De Laurentiis vorrebbe un allenatore giovane, con fame e soprattutto con delle idee. Che sappia insegnare calcio, o che possa trasmettere ai suoi calciatori concetti e idee che possano diventare il marchio di fabbrica della squadra azzurra. Gioco e collettivo, i concetti che piacciono tanto a De Laurentiis. Visto che cambieranno anche molti giocatori, il presidente preferirebbe un allenatore italiano, con zero problemi di adattamento alla lingua e al calcio italiano. Ecco perché la pista straniera (e i nomi che piacciono a De Laurentiis sono tanti) è, per ora, accantonata. Si cerca un allenatore italiano: giovane, ed emergente. il nome giusto è quello di Simone Inzaghi. Preparato, uno “studioso” di calcio. Educato, moderato nei toni e abituato a lavorare in una grande piazza. De Laurentiis aveva pensato a lui anche prima di ingaggiare Ancelotti. Inzaghi ha rinnovato il contratto con la Lazio la scorsa estate fino al 2021, ma a fine anno potrebbe lasciare. Il rapporto con Lotito è ondivago, anche se una possibile qualificazione della Lazio in Champions League renderebbe più complicato convincere il presidente della Lazio a liberare il proprio allenatore. Eppure, si mormora che Lotito non ne farebbe un dramma, visto che più di una volta è stato ad un passo dall’esonerare Inzaghi. E si dice anche che De Laurentiis sia in contatto con Filippo Inzaghi, attuale allenatore del Benevento, per lusingare Simone e convincerlo che un “derby” in famiglia l’anno prossimo in Serie A sarebbe imperdibile.

 

I SANNITI, infatti, dominano il campionato di Serie B. De Laurentiis vorrebbe avere la forte volontà di Inzaghi, ma per quella bisogna aspettare. Ecco perché non scarta le alternative: il patron segue anche Roberto De Zerbi del Sassuolo, ma lo ritiene un po’ irruente dal punto di vista tattico e sostanzialmente inesperto. Difficile che si vada avanti. In cima ai pensieri di De Laurentiis c’è sempre Gasperini, il quale, però, avrebbe fatto molte premesse prima di fare una vera e propria apertura. Servirà tempo, e pazienza: ha un lungo contratto con l’Atalanta (2022). Poi ci sono gli outsider: allenatori come Giampaolo e Di Francesco corrispondono al profilo che De Laurentiis cerca, ma il presidente difficilmente chiamerà allenatori reduci da esperienze negative. E poi c’è il marasma di stranieri: Emery, Pochettino, Marsch, Ten Hag e Rodgers sono solo alcuni dei nomi graditi.

Fonte: Giovanni Scotto per il Roma