Calcio
ROMA - Mirante: "Ho iniziato da portiere con il maestro di Iezzo e Donnarumma"
22.05.2020 22:18 di Redazione

Antonio Mirante si è raccontato in una lunga intervista sul sito ufficiale della Roma. Dall'infanzia alle prime esperienze da calciatore, fino alla Serie A e al difficile momento attuale.

Chi era Antonio da bambino? "Ero un ragazzo timido, molto riservato, mi sentivo più maturo rispetto che all’età che avevo. Ero piuttosto solitario, diciamo che il mio carattere mi ha naturalmente condotto al ruolo di portiere, agevolato anche da mio fratello che, essendo di quattro anni più grande, mi metteva in porta quando giocavamo a palla io e lui".

Quindi hai iniziato da subito in porta… "All’inizio era una costrizione ma poi fortunatamente è diventato il mio ruolo preferito, non ho mai avuto dubbi anche se da bambino sentivo come tutti l’attrazione per l’attacco. Giocavamo tanto per strada, io stavo sempre con mio fratello e i suoi amici. Le porte le facevamo con gli zaini, con i sassi, con le macchine o oppure sceglievamo un cancello. Anche quella è stata una grande scuola. A ripensarci ora sembra un’altra epoca".

Anche alla scuola calcio sei stato portiere da subito? "Sì, ho iniziato da portiere a 6 anni al Club Napoli Castellammare, una squadra della mia città. Lì ho avuto la fortuna di trovare un allenatore che mi ha dato delle ottime basi: Ernesto Ferrara. Da giovane era portiere anche lui ed è arrivato fino alla Serie B. Da lui sono passati portieri come i fratelli Donnarumma e Gennaro Iezzo. Per me è stato come un secondo padre".

Da bambino avevi un modello o un idolo tra i portieri? "Ne avevo diversi. Per la mia generazione i punti di riferimento erano Gigi Buffon e Angelo Peruzzi. Da piccolo mi piaceva molto anche Walter Zenga. Anche lo stile di Pino Taglialatela mi piaceva. A livello di tecnica invece ho sempre guardato con grande ammirazione a Luca Marchegiani".

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ROMA - Mirante: "Ho iniziato da portiere con il maestro di Iezzo e Donnarumma"

di Napoli Magazine

22/05/2024 - 22:18

Antonio Mirante si è raccontato in una lunga intervista sul sito ufficiale della Roma. Dall'infanzia alle prime esperienze da calciatore, fino alla Serie A e al difficile momento attuale.

Chi era Antonio da bambino? "Ero un ragazzo timido, molto riservato, mi sentivo più maturo rispetto che all’età che avevo. Ero piuttosto solitario, diciamo che il mio carattere mi ha naturalmente condotto al ruolo di portiere, agevolato anche da mio fratello che, essendo di quattro anni più grande, mi metteva in porta quando giocavamo a palla io e lui".

Quindi hai iniziato da subito in porta… "All’inizio era una costrizione ma poi fortunatamente è diventato il mio ruolo preferito, non ho mai avuto dubbi anche se da bambino sentivo come tutti l’attrazione per l’attacco. Giocavamo tanto per strada, io stavo sempre con mio fratello e i suoi amici. Le porte le facevamo con gli zaini, con i sassi, con le macchine o oppure sceglievamo un cancello. Anche quella è stata una grande scuola. A ripensarci ora sembra un’altra epoca".

Anche alla scuola calcio sei stato portiere da subito? "Sì, ho iniziato da portiere a 6 anni al Club Napoli Castellammare, una squadra della mia città. Lì ho avuto la fortuna di trovare un allenatore che mi ha dato delle ottime basi: Ernesto Ferrara. Da giovane era portiere anche lui ed è arrivato fino alla Serie B. Da lui sono passati portieri come i fratelli Donnarumma e Gennaro Iezzo. Per me è stato come un secondo padre".

Da bambino avevi un modello o un idolo tra i portieri? "Ne avevo diversi. Per la mia generazione i punti di riferimento erano Gigi Buffon e Angelo Peruzzi. Da piccolo mi piaceva molto anche Walter Zenga. Anche lo stile di Pino Taglialatela mi piaceva. A livello di tecnica invece ho sempre guardato con grande ammirazione a Luca Marchegiani".