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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli del futuro con Callejon?"
08.07.2020 18:00 di Redazione

NAPOLI - Messa in bacheca la coppa Italia, agganciato il quinto posto (ah! se fosse andato via prima mister chewingum) e in attesa del ritorno col Barcellona in preda ad una crisi di nervi - ma mai credere alle paturnie blaugrana - restano otto giornate di campionato per continuare a migliorare la classifica e, soprattutto, per capire dove intervenire per rendere la squadra ancora più competitiva. Quel piccolo step da superare che consenta di affrontare il prossimo campionato avendo come obiettivo non soltanto il piazzamento che consente l'ingresso nell'Europa che conta, per prestigio e per incassi, pecunia non olet, di questi tempi poi! Lottare per lo scudetto, perché no? La Juve ogni anno è sempre più forte? Okay, ma va tenuto presente che in questi lunghi anni di dominio bianconero, il Napoli è stato suo fiero avversario negli scontri diretti, battendola in supercoppa e coppa Italia. Due indizi fanno una quasi prova. Il mio ragionamento è semplice: la Lazio sta contendendo il titolo alla Juve e non venite a dirmi che l'organico degli aquilotti sia super, quello del Napoli attuale è senz'altro migliore. Se ogni anno l'Inter dei bauscia - francamente ridicola nel suo incedere - si candida a rivale della Juve, non vedo perché non possa farlo la squadra azzurra che, finalmente, ha trovato la guida giusta. E ci metto anche l'Atalanta delle meraviglie, finché dura l'immenso Papu. Il Napoli che verrà, dunque. Da costruire attorno a quello che per tanto tempo è stato il nostro Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere: Lorenzo Insigne. Di classe ne ha sempre avuta, gli mancava la continuità, la capacità aerobica di correre dovunque e di sprintare nel momento cruciale. Con Gattuso, Insigne ha ritrovato il gusto ed il piacere di giocare per sé e per gli altri, di andare dove lo porta l'estro. Confermato Mertens, presi Petagna ed Osimhen, due centravanti, secondo me uno è di troppo, anche se dovesse andare via Milik. Poi, c'è il quasi addio (salvo ripensamenti dell'ultima ora) di Callejòn, il cursore di fascia tra i più intelligenti del campionato e pure goleador. Politano non potrà mai essere il sostituto naturale di Calleti, ha altre doti. In difesa, accanto a Maksimovic e Manolas, si dovrà ovviare alla partenza di Koulibaly che appare certa. Ancora, un paio di esterni bassi di valore, uno per corsia. M'incuriosisce il placet gattusiano all'eventuale arrivo di Bernardeschi. Credo che Ringhio lo veda sulla fascia destra come Sarri. Credo meno che si voglia far tornare il Berna all'antico amore: centrocampista-trequartista. Mi accorgo di essermi sbilanciato troppo, forse, E allora, sotto col Genoa che resta pur sempre una brutta gatta da pelare e che si trova in brutte acque, nello stagno della bassa classifica. E' la prima delle otto sfide che dovranno servire a migliorare la classifica ed a rendere più chiare le idee sul Napoli che verrà. Sotto col Grifone ingrifato.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli del futuro con Callejon?"

di Napoli Magazine

08/07/2024 - 18:00

NAPOLI - Messa in bacheca la coppa Italia, agganciato il quinto posto (ah! se fosse andato via prima mister chewingum) e in attesa del ritorno col Barcellona in preda ad una crisi di nervi - ma mai credere alle paturnie blaugrana - restano otto giornate di campionato per continuare a migliorare la classifica e, soprattutto, per capire dove intervenire per rendere la squadra ancora più competitiva. Quel piccolo step da superare che consenta di affrontare il prossimo campionato avendo come obiettivo non soltanto il piazzamento che consente l'ingresso nell'Europa che conta, per prestigio e per incassi, pecunia non olet, di questi tempi poi! Lottare per lo scudetto, perché no? La Juve ogni anno è sempre più forte? Okay, ma va tenuto presente che in questi lunghi anni di dominio bianconero, il Napoli è stato suo fiero avversario negli scontri diretti, battendola in supercoppa e coppa Italia. Due indizi fanno una quasi prova. Il mio ragionamento è semplice: la Lazio sta contendendo il titolo alla Juve e non venite a dirmi che l'organico degli aquilotti sia super, quello del Napoli attuale è senz'altro migliore. Se ogni anno l'Inter dei bauscia - francamente ridicola nel suo incedere - si candida a rivale della Juve, non vedo perché non possa farlo la squadra azzurra che, finalmente, ha trovato la guida giusta. E ci metto anche l'Atalanta delle meraviglie, finché dura l'immenso Papu. Il Napoli che verrà, dunque. Da costruire attorno a quello che per tanto tempo è stato il nostro Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere: Lorenzo Insigne. Di classe ne ha sempre avuta, gli mancava la continuità, la capacità aerobica di correre dovunque e di sprintare nel momento cruciale. Con Gattuso, Insigne ha ritrovato il gusto ed il piacere di giocare per sé e per gli altri, di andare dove lo porta l'estro. Confermato Mertens, presi Petagna ed Osimhen, due centravanti, secondo me uno è di troppo, anche se dovesse andare via Milik. Poi, c'è il quasi addio (salvo ripensamenti dell'ultima ora) di Callejòn, il cursore di fascia tra i più intelligenti del campionato e pure goleador. Politano non potrà mai essere il sostituto naturale di Calleti, ha altre doti. In difesa, accanto a Maksimovic e Manolas, si dovrà ovviare alla partenza di Koulibaly che appare certa. Ancora, un paio di esterni bassi di valore, uno per corsia. M'incuriosisce il placet gattusiano all'eventuale arrivo di Bernardeschi. Credo che Ringhio lo veda sulla fascia destra come Sarri. Credo meno che si voglia far tornare il Berna all'antico amore: centrocampista-trequartista. Mi accorgo di essermi sbilanciato troppo, forse, E allora, sotto col Genoa che resta pur sempre una brutta gatta da pelare e che si trova in brutte acque, nello stagno della bassa classifica. E' la prima delle otto sfide che dovranno servire a migliorare la classifica ed a rendere più chiare le idee sul Napoli che verrà. Sotto col Grifone ingrifato.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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