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L'INFETTIVOLOGO - Coronavirus, Galli: "Vanno evitati gli assembramenti, pure allo stadio, il virus non è mutato"
02.08.2020 13:25 di Redazione

Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all'università Statale di Milano e primario dell'ospedale Sacco, ha rilasciato un'intervista a "La Stampa": "Non possiamo permetterci di rinunciare alle precauzioni. L'Italia, grazie a un serio lockdown, ha una posizione di vantaggio rispetto a molti altri Paesi, che però si può perdere alla prima distrazione. Vanno ancora evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all’aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine. È già possibile notare un piccolo incremento dei ricoveri in rianimazione e l’abbassamento dell’età media. Su 100 contagiati il virus ne uccide tre o quattro, la gran parte ha un’infezione lieve e da recenti studi circa un terzo ha pochi o nessun sintomo. Le vittime sono soprattutto anziani e persone con fattori predisponenti, su cui non c’è chiarezza per cui è bene per tutti continuare a usare le protezioni. Il virus non è mutato".

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L'INFETTIVOLOGO - Coronavirus, Galli: "Vanno evitati gli assembramenti, pure allo stadio, il virus non è mutato"

di Napoli Magazine

02/08/2024 - 13:25

Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all'università Statale di Milano e primario dell'ospedale Sacco, ha rilasciato un'intervista a "La Stampa": "Non possiamo permetterci di rinunciare alle precauzioni. L'Italia, grazie a un serio lockdown, ha una posizione di vantaggio rispetto a molti altri Paesi, che però si può perdere alla prima distrazione. Vanno ancora evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all’aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine. È già possibile notare un piccolo incremento dei ricoveri in rianimazione e l’abbassamento dell’età media. Su 100 contagiati il virus ne uccide tre o quattro, la gran parte ha un’infezione lieve e da recenti studi circa un terzo ha pochi o nessun sintomo. Le vittime sono soprattutto anziani e persone con fattori predisponenti, su cui non c’è chiarezza per cui è bene per tutti continuare a usare le protezioni. Il virus non è mutato".