Calcio
SUPERCOPPA - Cagni: "Il Napoli è agile e la Juventus più fisica, la partita sarà più piacevole nel secondo tempo"
20.01.2021 19:16 di Redazione

Gigi Cagni, ex allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Club Napoli All News su Teleclubitalia ch. 98: “La partita si gioca in qualsiasi settore del campo, fra due squadre che hanno qualità tecniche importanti, ma diverse, perché il Napoli più agile, e la Juventus più fisica. La partita sarà più piacevole nel secondo tempo, dopo un primo tempo in cui ci saranno, probabilmente, più tatticismi e fasi di studio. Mentalmente, invece, sono sicuro che saranno tutte e due cariche perché è una partita importante: sicuramente, però, la Juventus ha giocatori più abituati a fare le finali. Per quanto mi riguarda, Cuadrado sarebbe sempre titolare: ha imparato anche a fare la fase difensiva, e atleticamente da sempre qualcosa in più ai suoi. Il Napoli giocherà con due esterni che saranno due attaccanti, quindi sarà curioso come proveranno a fronteggiare gli attacchi del campionato, e probabilmente saranno preoccupati. Inzaghi, quando giocava la finale contro il Liverpool, mi chiese consiglio, perché non aveva i 90 minuti nelle gambe, io gli risposi dicendogli che, se fossi stato in Ancelotti, l’avrei schierato dal primo minuto, cosicché i due centrali inglesi si sarebbero preoccupati sin dall’inizio. Contro la Fiorentina, il Napoli ha rischiato, c’è stato qualche errore, poi per fortuna ben ottemperato dai sei gol segnati. Dall’altro lato, la Juventus deve stare molto attenta agli attaccanti del Napoli, soprattutto dopo che, ultimamente, in difesa hanno lasciato parecchio a desiderare: Chiellini ha giocato tutta la partita dopo tantissimo tempo, Bonucci, bravo tecnicamente, ma non è fra i miei difensori preferiti, inoltre si deve vedere a chi saranno avvicinati, magari da Danilo. Mentre Bakayoko e Demme chiuderanno a centrocampo, per ottemperare alle offensive veloci di Insigne e Lozano, e soprattutto alla strategica posizione di Zielinski, che potrà inserirsi centralmente. Petagna? E’ un giocatore che difende la palla, è più un assistman che un goleador; Osimhen, invece, ha grandissime qualità, è un attaccante completo. Il turnover fra i portieri dipende dalla personalità del calciatore: Reina, per esempio, al di là dell’aspetto tecnico, ha un carisma tale che governa tutta la difesa, allo stesso modo Ospina è il leader della difesa, ed in un calcio in cui si parla sempre di meno, è giusto che giochi lui. Serve personalità per costruire una squadra. Quando io giocavo, parlavo tantissimo, i miei compagni di squadra mi cercavano, e quando mi capitava di non parlare, mi domandavano se io non stessi bene. Il calcio è cambiato, ed il problema è il settore giovanile, che non forma giocatori di carattere: i giovani di oggi hanno grandi potenzialità ma non hanno carattere. Gli allenatori hanno copiato male quelli della prima squadra: non c’è più un giocatore che dribbla, perché in ogni settore giovanile c’è un allenatore che si incazza quando trova un giovane che dribbla. Secondo me, oggi, stiamo tornando a vedere verticalizzazioni, qualche tiro in porta e meno possesso palla, ci stiamo riavvicinando a quello che è il calcio vero, dopo un periodo di posizionamento e tattica. Era il 1994, quando io ho avuto un colloquio con Ferlaino a Bergamo a casa di Ottavio Bianchi, abbiamo cenato insieme e mi ha fatto tanti complimenti, ma, non ci siamo uniti in matrimonio: dovete chiedere a lui perché non ho allenato la sua squadra“.

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SUPERCOPPA - Cagni: "Il Napoli è agile e la Juventus più fisica, la partita sarà più piacevole nel secondo tempo"

di Napoli Magazine

20/01/2024 - 19:16

Gigi Cagni, ex allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Club Napoli All News su Teleclubitalia ch. 98: “La partita si gioca in qualsiasi settore del campo, fra due squadre che hanno qualità tecniche importanti, ma diverse, perché il Napoli più agile, e la Juventus più fisica. La partita sarà più piacevole nel secondo tempo, dopo un primo tempo in cui ci saranno, probabilmente, più tatticismi e fasi di studio. Mentalmente, invece, sono sicuro che saranno tutte e due cariche perché è una partita importante: sicuramente, però, la Juventus ha giocatori più abituati a fare le finali. Per quanto mi riguarda, Cuadrado sarebbe sempre titolare: ha imparato anche a fare la fase difensiva, e atleticamente da sempre qualcosa in più ai suoi. Il Napoli giocherà con due esterni che saranno due attaccanti, quindi sarà curioso come proveranno a fronteggiare gli attacchi del campionato, e probabilmente saranno preoccupati. Inzaghi, quando giocava la finale contro il Liverpool, mi chiese consiglio, perché non aveva i 90 minuti nelle gambe, io gli risposi dicendogli che, se fossi stato in Ancelotti, l’avrei schierato dal primo minuto, cosicché i due centrali inglesi si sarebbero preoccupati sin dall’inizio. Contro la Fiorentina, il Napoli ha rischiato, c’è stato qualche errore, poi per fortuna ben ottemperato dai sei gol segnati. Dall’altro lato, la Juventus deve stare molto attenta agli attaccanti del Napoli, soprattutto dopo che, ultimamente, in difesa hanno lasciato parecchio a desiderare: Chiellini ha giocato tutta la partita dopo tantissimo tempo, Bonucci, bravo tecnicamente, ma non è fra i miei difensori preferiti, inoltre si deve vedere a chi saranno avvicinati, magari da Danilo. Mentre Bakayoko e Demme chiuderanno a centrocampo, per ottemperare alle offensive veloci di Insigne e Lozano, e soprattutto alla strategica posizione di Zielinski, che potrà inserirsi centralmente. Petagna? E’ un giocatore che difende la palla, è più un assistman che un goleador; Osimhen, invece, ha grandissime qualità, è un attaccante completo. Il turnover fra i portieri dipende dalla personalità del calciatore: Reina, per esempio, al di là dell’aspetto tecnico, ha un carisma tale che governa tutta la difesa, allo stesso modo Ospina è il leader della difesa, ed in un calcio in cui si parla sempre di meno, è giusto che giochi lui. Serve personalità per costruire una squadra. Quando io giocavo, parlavo tantissimo, i miei compagni di squadra mi cercavano, e quando mi capitava di non parlare, mi domandavano se io non stessi bene. Il calcio è cambiato, ed il problema è il settore giovanile, che non forma giocatori di carattere: i giovani di oggi hanno grandi potenzialità ma non hanno carattere. Gli allenatori hanno copiato male quelli della prima squadra: non c’è più un giocatore che dribbla, perché in ogni settore giovanile c’è un allenatore che si incazza quando trova un giovane che dribbla. Secondo me, oggi, stiamo tornando a vedere verticalizzazioni, qualche tiro in porta e meno possesso palla, ci stiamo riavvicinando a quello che è il calcio vero, dopo un periodo di posizionamento e tattica. Era il 1994, quando io ho avuto un colloquio con Ferlaino a Bergamo a casa di Ottavio Bianchi, abbiamo cenato insieme e mi ha fatto tanti complimenti, ma, non ci siamo uniti in matrimonio: dovete chiedere a lui perché non ho allenato la sua squadra“.