L'Editoriale
L'EDITORIALE - Petrazzuolo: 'Napoli, stop che sa di sentenza, o forse no?'
11.04.2022 23:30 di Redazione

NAPOLI - Una sconfitta pesantissima, la sesta stagionale, la quinta tra le mura amiche. Lo stop imprevisto contro i viola lascia gli oltre 50mila accorsi allo Stadio Maradona, e gli altri milioni di appassionati sparsi nel mondo davanti alla tv, attoniti, delusi, demoralizzati e con l'amaro in bocca. Nel momento in cui scrivo, leggo le dichiarazioni di Koulibaly e Insigne che incitano a crederci ancora, sostenendo che il sogno puo' essere ancora possibile. Apprezzo il loro spirito, ma dopo aver ascoltato a pochi metri da me in sala stampa Luciano Spalletti parlare di una sconfitta che ha il sapore della sentenza in chiave scudetto mi sento di sposare piu' il prensiero del tecnico, siccome ora il destino degli azzurri dipende dai risultati delle milanesi che, tra l'altro, continuano a zoppicare a fasi alterne, aumentando così il rammarico dei sostenitori azzurri. Perdere in casa fa male, soprattutto alla luce della vittoria di Bergamo. Possibile che al momento clou non si riesca a fare quell'ulteriore passo necessario per lottare fino all'ultimo turno di campionato? Sarà il rammarico a farmi scrivere questi pensieri, ma arrivati ad un certo punto bisogna essere piu' cinici. La Fiorentina, nel complesso, ha meritato la vittoria. Ora si puo' discutere di Mario Rui, Koulibaly, Rrahmani, Zielinski, Fabian e Zanoli, autori (chi piu' e chi meno) di errori evidenti in un 4-2-3-1 che poco esalta le doti dei singoli, tenendo conto che alcune scelte non hanno convinto. Prendiamo Lozano, che come entra in campo riesce sempre a creare scompiglio nelle difese avversarie, come pure lo stesso Mertens, autore di un gol difficile ed a fil di palo in onore del piccolo Ciro Romeo presente sugli spalti con mamma Kat. Entrambi hanno rappresentato delle note positive, come pure lo stesso Lobotka, sempre pronto a sgusciare tra le maglie avversarie, al di la' della sfortunata scivolata in mezzo al campo. Se poi spostiamo l'attenzione su Osimhen, e' parso evidente che nel primo tempo sia rimasto troppo solo: nel momento in cui ha avuto un compagno con cui dialogare (Mertens) lo ha mandato in gol prima di segnare lui stesso una bella rete, sfruttando l'unico errore del match commesso dall'inappuntabile Igor. Ecco, probabilmente, e' proprio su quest'aspetto che si puo' ragionare. Se mancano i rifornimenti per gli attaccanti, difficilmente si arriva al gol (a meno che non vengano sfruttate, come accaduto, delle singole giocate). In base a questa riflessione vengono meno tutte le altre, come ad esempio quelle che coinvolgono la presunta pressione dell'ambiente (che vuole solo il bene della propria squadra), la mancanza di personalità di alcuni elementi fino ad arrivare a quelle piu' estreme secondo cui San Paolo starebbe reclamando per il cambio di nome dell'impianto. Che questo torneo stia riservando delle sorprese e' fuori di ogni dubbio, la classifica corta lo testimonia. Se pero' bisogna prima sperare negli inciampi delle meneghine (che, ricordiamo, ne hanno gia' commessi tanti) per tornare in corsa per il sogno, a sei giornate dalla fine, mi sembra un percorso alquanto arduo, considerando anche i singoli calendari. Sembra ripetersi un refrain tra le tre pretendenti al vertice: "Lo vuole vincere lei questo scudetto? No, per carita', vada lei in testa, ma no, dopo di voi...". Concordo con il tecnico su un aspetto: in ogni caso non si potra' parlare di fallimento, perchè l'obiettivo primario era la qualificazione in Champions e, a meno di crolli apocalittici, la celebre musichetta non dovrebbe essere a rischio. Certo è che a questo punto mi piacerebbe iniziare a capire un po' i piani per il futuro, dai giocatori in scadenza alle ambizioni della guida tecnica, così giusto per iniziare a farci un'idea. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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L'EDITORIALE - Petrazzuolo: 'Napoli, stop che sa di sentenza, o forse no?'

di Napoli Magazine

11/04/2024 - 23:30

NAPOLI - Una sconfitta pesantissima, la sesta stagionale, la quinta tra le mura amiche. Lo stop imprevisto contro i viola lascia gli oltre 50mila accorsi allo Stadio Maradona, e gli altri milioni di appassionati sparsi nel mondo davanti alla tv, attoniti, delusi, demoralizzati e con l'amaro in bocca. Nel momento in cui scrivo, leggo le dichiarazioni di Koulibaly e Insigne che incitano a crederci ancora, sostenendo che il sogno puo' essere ancora possibile. Apprezzo il loro spirito, ma dopo aver ascoltato a pochi metri da me in sala stampa Luciano Spalletti parlare di una sconfitta che ha il sapore della sentenza in chiave scudetto mi sento di sposare piu' il prensiero del tecnico, siccome ora il destino degli azzurri dipende dai risultati delle milanesi che, tra l'altro, continuano a zoppicare a fasi alterne, aumentando così il rammarico dei sostenitori azzurri. Perdere in casa fa male, soprattutto alla luce della vittoria di Bergamo. Possibile che al momento clou non si riesca a fare quell'ulteriore passo necessario per lottare fino all'ultimo turno di campionato? Sarà il rammarico a farmi scrivere questi pensieri, ma arrivati ad un certo punto bisogna essere piu' cinici. La Fiorentina, nel complesso, ha meritato la vittoria. Ora si puo' discutere di Mario Rui, Koulibaly, Rrahmani, Zielinski, Fabian e Zanoli, autori (chi piu' e chi meno) di errori evidenti in un 4-2-3-1 che poco esalta le doti dei singoli, tenendo conto che alcune scelte non hanno convinto. Prendiamo Lozano, che come entra in campo riesce sempre a creare scompiglio nelle difese avversarie, come pure lo stesso Mertens, autore di un gol difficile ed a fil di palo in onore del piccolo Ciro Romeo presente sugli spalti con mamma Kat. Entrambi hanno rappresentato delle note positive, come pure lo stesso Lobotka, sempre pronto a sgusciare tra le maglie avversarie, al di la' della sfortunata scivolata in mezzo al campo. Se poi spostiamo l'attenzione su Osimhen, e' parso evidente che nel primo tempo sia rimasto troppo solo: nel momento in cui ha avuto un compagno con cui dialogare (Mertens) lo ha mandato in gol prima di segnare lui stesso una bella rete, sfruttando l'unico errore del match commesso dall'inappuntabile Igor. Ecco, probabilmente, e' proprio su quest'aspetto che si puo' ragionare. Se mancano i rifornimenti per gli attaccanti, difficilmente si arriva al gol (a meno che non vengano sfruttate, come accaduto, delle singole giocate). In base a questa riflessione vengono meno tutte le altre, come ad esempio quelle che coinvolgono la presunta pressione dell'ambiente (che vuole solo il bene della propria squadra), la mancanza di personalità di alcuni elementi fino ad arrivare a quelle piu' estreme secondo cui San Paolo starebbe reclamando per il cambio di nome dell'impianto. Che questo torneo stia riservando delle sorprese e' fuori di ogni dubbio, la classifica corta lo testimonia. Se pero' bisogna prima sperare negli inciampi delle meneghine (che, ricordiamo, ne hanno gia' commessi tanti) per tornare in corsa per il sogno, a sei giornate dalla fine, mi sembra un percorso alquanto arduo, considerando anche i singoli calendari. Sembra ripetersi un refrain tra le tre pretendenti al vertice: "Lo vuole vincere lei questo scudetto? No, per carita', vada lei in testa, ma no, dopo di voi...". Concordo con il tecnico su un aspetto: in ogni caso non si potra' parlare di fallimento, perchè l'obiettivo primario era la qualificazione in Champions e, a meno di crolli apocalittici, la celebre musichetta non dovrebbe essere a rischio. Certo è che a questo punto mi piacerebbe iniziare a capire un po' i piani per il futuro, dai giocatori in scadenza alle ambizioni della guida tecnica, così giusto per iniziare a farci un'idea. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
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