Social Network
L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, così tanto da dire che basta anche solo tacere"
29.11.2021 19:01 di Redazione

NAPOLI - Di cosa vogliamo parlare? No, chiedo, perché la scelta è ampia. Dunque, elenchiamo: vogliamo parlare di una celebrazione da brividi che checché se ne dica, se ne pensi e se ne giudichi, Maradona a Napoli è un Dio, che lo si accetti oppure no e da tale viene celebrato? Vogliamo parlare di un Dries Mertens letteralmente mostruoso, ritornato alla grande, anzi alla grandissima? E a proposito di ritorni, vogliamo parlare del ritorno del tifo, quello caldo, partecipe, vero, da dodicesimo uomo in campo? O, ancora, vogliamo parlare di due ex che arrivano e poi se ne vanno (uno di più dell’altro), carichi carichi di meraviglia, per non dire altro? E dulcis in fundo, vogliamo parlare di un primo posto in classifica ancora da capolista, solitaria? Quindi? Di cosa vogliamo parlare? Ovviamente fermo restando che questo Napoli che esce dallo stadio Maradona vincendo per 4-0 contro la Lazio, lascia senza parole chi lo ama e soprattutto chi lo critica. Perché forse in certe sere, in certe occasioni e perché no? In certe partite di calcio, bisogna solo tacere e nel caso, applaudire. Chiariamo: quando c’è stato, c’è o ci sarà da criticare, sarà giusto anche farlo e andrà fatto, ma tenendo bene a mente notti magiche, veramente magiche, come questa. Ecco, cos’è in definitiva una partita come questa: è la prova provata di ciò di cui può essere capace una squadra, che sia veramente tale, che apra un poker con Zielinski, lo chiuda con Fabian e in mezzo ne piazzi due con Ciruzzo, senza incassare. Che giochi così e vinca così pur con assenze pesantissime. Il Napoli porta Napoli a sognare ancora più di prima. E non è solo calcio: sono emozioni, ecco, come cantava Battisti, “tu chiamale se vuoi emozioni”, che a Napoli si chiamano cuori che battono all’unisono per un sogno, che accendono uno stadio, con le luci e con i sogni, appunto, che credono che Maradona non sia mai andato veramente via, da questo Mondo e da Napoli, e che in una serata come quella di Napoli-Lazio nel segno di DIOS, ci vedono una specie di presagio, come se oggi come allora, si potesse davvero vincere, trasformando quei sogni in una meravigliosa realtà che a Napoli non è rimasta nei confini di un campo da calcio, con una coppa impolverata in una teca: a Napoli quella realtà, quelle vittorie, hanno attraversato la città, dai vicoli stretti del Quartieri Spagnoli, agli attici pieni di sole di Via Petrarca, fisse nel cuore dello scugnizzo della Sanità così come in quello del dottore di Posillipo. Perché, lo si è detto in tutti i modi e lo si dirà sempre: a Napoli quegli scudetti hanno rappresentato la rivalsa di un popolo, e Diego il suo eroico Masaniello, con un pallone al piede. E oggi quella realtà sembra veramente possa ripetersi. In una notte magica, dove si è sognato ad occhi ben aperti, l’immaginazione è volata, consapevole di potersi realizzare nella più bella delle vittorie, che chissà che ancora una volta, non sia capace di ridare ad una città il suo riscatto e la dignità che merita. E non perché passano da un pallone, valgono di meno. Questo sia ben chiaro.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
ULTIMISSIME SOCIAL NETWORK
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, così tanto da dire che basta anche solo tacere"

di Napoli Magazine

29/11/2024 - 19:01

NAPOLI - Di cosa vogliamo parlare? No, chiedo, perché la scelta è ampia. Dunque, elenchiamo: vogliamo parlare di una celebrazione da brividi che checché se ne dica, se ne pensi e se ne giudichi, Maradona a Napoli è un Dio, che lo si accetti oppure no e da tale viene celebrato? Vogliamo parlare di un Dries Mertens letteralmente mostruoso, ritornato alla grande, anzi alla grandissima? E a proposito di ritorni, vogliamo parlare del ritorno del tifo, quello caldo, partecipe, vero, da dodicesimo uomo in campo? O, ancora, vogliamo parlare di due ex che arrivano e poi se ne vanno (uno di più dell’altro), carichi carichi di meraviglia, per non dire altro? E dulcis in fundo, vogliamo parlare di un primo posto in classifica ancora da capolista, solitaria? Quindi? Di cosa vogliamo parlare? Ovviamente fermo restando che questo Napoli che esce dallo stadio Maradona vincendo per 4-0 contro la Lazio, lascia senza parole chi lo ama e soprattutto chi lo critica. Perché forse in certe sere, in certe occasioni e perché no? In certe partite di calcio, bisogna solo tacere e nel caso, applaudire. Chiariamo: quando c’è stato, c’è o ci sarà da criticare, sarà giusto anche farlo e andrà fatto, ma tenendo bene a mente notti magiche, veramente magiche, come questa. Ecco, cos’è in definitiva una partita come questa: è la prova provata di ciò di cui può essere capace una squadra, che sia veramente tale, che apra un poker con Zielinski, lo chiuda con Fabian e in mezzo ne piazzi due con Ciruzzo, senza incassare. Che giochi così e vinca così pur con assenze pesantissime. Il Napoli porta Napoli a sognare ancora più di prima. E non è solo calcio: sono emozioni, ecco, come cantava Battisti, “tu chiamale se vuoi emozioni”, che a Napoli si chiamano cuori che battono all’unisono per un sogno, che accendono uno stadio, con le luci e con i sogni, appunto, che credono che Maradona non sia mai andato veramente via, da questo Mondo e da Napoli, e che in una serata come quella di Napoli-Lazio nel segno di DIOS, ci vedono una specie di presagio, come se oggi come allora, si potesse davvero vincere, trasformando quei sogni in una meravigliosa realtà che a Napoli non è rimasta nei confini di un campo da calcio, con una coppa impolverata in una teca: a Napoli quella realtà, quelle vittorie, hanno attraversato la città, dai vicoli stretti del Quartieri Spagnoli, agli attici pieni di sole di Via Petrarca, fisse nel cuore dello scugnizzo della Sanità così come in quello del dottore di Posillipo. Perché, lo si è detto in tutti i modi e lo si dirà sempre: a Napoli quegli scudetti hanno rappresentato la rivalsa di un popolo, e Diego il suo eroico Masaniello, con un pallone al piede. E oggi quella realtà sembra veramente possa ripetersi. In una notte magica, dove si è sognato ad occhi ben aperti, l’immaginazione è volata, consapevole di potersi realizzare nella più bella delle vittorie, che chissà che ancora una volta, non sia capace di ridare ad una città il suo riscatto e la dignità che merita. E non perché passano da un pallone, valgono di meno. Questo sia ben chiaro.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com