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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, dove sono le colpe?"
24.05.2021 18:21 di Redazione

NAPOLI - Il Napoli non si è qualificato per la prossima Champions. Questo è il dato di fatto. Questo è la notizia. Questo è il risultato, di Napoli-Verona 1-1, certo, ma anche di una stagione realmente altalenante, fatta di alti (pochi) e bassi (tanti). Perciò, non vale la guerra del dito puntato. Davvero, no. Non basta rimembrare la Juve contro l’Inter, parlare del Cagliari, tirare in ballo la Fiorentina magari e parlare di un Verona con il sangue agli occhi. Certo, se non fosse politicamente scorretto, uno il fatto che il Verona giochi di forma per la gloria ma in sostanza come se foss’ ess a poter andare in Champions, lo dovrebbe dire. Ma non è comunque una scusante, perché scusanti proprio non ce ne sono. Perché non si può non seguire un’azione a 8 minuti dalla fine dei 90 che sarebbe valso la mitica musichetta; non si può segnare e poi prendere un gol da dilettanti manco 10 minuti dopo; non si può mettere in campo una rosa e poi fare sostituzione discutibili per nomi e tempo; non si può non giocare un intero primo tempo e non avere grinta nemmeno dopo la doccia. Perciò, questo va detto e ribadito. E va aggiunto anche di più: il Napoli che esce con un paro dal Maradona nell’ultima di campionato, la Champions non la merita. Senza se e senza ma. E non lo dice un professionista, un giornalista o anche in semplice tifoso: lo dice chiunque abbia guardato la partita, a prescindere persino dal capirne o no di calcio. Perché qui il calcio, purtroppo c’entra poco. O forse nulla. Qui ci voleva voglia, grinta, motivazione, ci voleva una guida in panchina e leoni in campo. Ci voleva il volerla vincere a tutti i costi. Ecco cosa ci voleva. Il dado è più che tratto. E io futuro, almeno quello della panchina, passa attraverso un tweet: “Caro Rino, sono felice di aver trascorso quasi due stagioni con te. Ringraziandoti per il lavoro svolto, ti auguro successi ovunque tu vada. Un abbraccio anche a tua moglie e ai tuoi figli. Aurelio De Laurentiis”. Eccolo, quello del presidente della SSCN, che meno di un’ora dopo la fine della partita liquida così l’allenatore. I modi non hanno mai contraddistinto DeLa è quasi non ci si stupisce di un addio via social, per quanto, va detto, si poteva evitare, usando decisamente altro modi. Ma tant’è. Adesso il tempo sarà l’unico a rivelare cosa accadrà a questa squadra, da troppo tempo senza anima e regia, bella solo a tratti, deludente molto più a lungo, con tanti obiettivi mai nemmeno individuati e adesso tutti mancati. Dopo Supercoppa, Coppa Italia, Europa League, Scudetto già sfumate, restava solo la Champions a dare un minimo di luce. E invece il buio la fa da padrone. Per ora. Perché la pagina va voltata. Si ricomincerà, si ripartirà e si giocherà. E magari, speriamo, si vincerà. Magari. Speriamo.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, dove sono le colpe?"

di Napoli Magazine

24/05/2024 - 18:21

NAPOLI - Il Napoli non si è qualificato per la prossima Champions. Questo è il dato di fatto. Questo è la notizia. Questo è il risultato, di Napoli-Verona 1-1, certo, ma anche di una stagione realmente altalenante, fatta di alti (pochi) e bassi (tanti). Perciò, non vale la guerra del dito puntato. Davvero, no. Non basta rimembrare la Juve contro l’Inter, parlare del Cagliari, tirare in ballo la Fiorentina magari e parlare di un Verona con il sangue agli occhi. Certo, se non fosse politicamente scorretto, uno il fatto che il Verona giochi di forma per la gloria ma in sostanza come se foss’ ess a poter andare in Champions, lo dovrebbe dire. Ma non è comunque una scusante, perché scusanti proprio non ce ne sono. Perché non si può non seguire un’azione a 8 minuti dalla fine dei 90 che sarebbe valso la mitica musichetta; non si può segnare e poi prendere un gol da dilettanti manco 10 minuti dopo; non si può mettere in campo una rosa e poi fare sostituzione discutibili per nomi e tempo; non si può non giocare un intero primo tempo e non avere grinta nemmeno dopo la doccia. Perciò, questo va detto e ribadito. E va aggiunto anche di più: il Napoli che esce con un paro dal Maradona nell’ultima di campionato, la Champions non la merita. Senza se e senza ma. E non lo dice un professionista, un giornalista o anche in semplice tifoso: lo dice chiunque abbia guardato la partita, a prescindere persino dal capirne o no di calcio. Perché qui il calcio, purtroppo c’entra poco. O forse nulla. Qui ci voleva voglia, grinta, motivazione, ci voleva una guida in panchina e leoni in campo. Ci voleva il volerla vincere a tutti i costi. Ecco cosa ci voleva. Il dado è più che tratto. E io futuro, almeno quello della panchina, passa attraverso un tweet: “Caro Rino, sono felice di aver trascorso quasi due stagioni con te. Ringraziandoti per il lavoro svolto, ti auguro successi ovunque tu vada. Un abbraccio anche a tua moglie e ai tuoi figli. Aurelio De Laurentiis”. Eccolo, quello del presidente della SSCN, che meno di un’ora dopo la fine della partita liquida così l’allenatore. I modi non hanno mai contraddistinto DeLa è quasi non ci si stupisce di un addio via social, per quanto, va detto, si poteva evitare, usando decisamente altro modi. Ma tant’è. Adesso il tempo sarà l’unico a rivelare cosa accadrà a questa squadra, da troppo tempo senza anima e regia, bella solo a tratti, deludente molto più a lungo, con tanti obiettivi mai nemmeno individuati e adesso tutti mancati. Dopo Supercoppa, Coppa Italia, Europa League, Scudetto già sfumate, restava solo la Champions a dare un minimo di luce. E invece il buio la fa da padrone. Per ora. Perché la pagina va voltata. Si ricomincerà, si ripartirà e si giocherà. E magari, speriamo, si vincerà. Magari. Speriamo.

 

 

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