NAPOLI - Tre è il numero perfetto. Tre come le Grazie, tre come Inferno, Purgatorio e Paradiso, tre come le cose buone fatte da Troisi. Tre è il numero perfetto. A meno che non si tratti del Napoli a Roma. A meno che non giochino Milik, Dries, Verdi e Younes. A meno che non sia il Napoli che fa poker e vince. A quel punto si cambiano le regole, matematicamente parlando e si esulta contro chi accoglie insultando e sconfitto dall’Olimpico esce umiliato per colpa del Napoli del “passeggia su ciò che resta della Roma”. Vince la squadra di De Laurentiis che gongola assistendovi, vince contro Ranieri mister Ancelotti. Perché se è vero, come è vero che il campionato è bello (o brutto?) e che andato, è vero anche che non si vive di soli punti per arrivare primi ma anche della soddisfazione di vincere una gara che è emotiva prima ancora che calcistica e sportiva. Perché contro la Roma è così da quasi sempre è ancora di più da quando il calcio si è suo malgrado mescolato alla cronaca più nera. La Roma subisce, patteggia su un finale già scaduto di tempo e poi più nulla. Dopo la pausa è tutto e solo Napoli tra gol, gioco e spettacolo: pur senza Capitan Insigne, la squadra ospite di uno stadio strapieno quanto, ribadiamo vergognoso nei sui inno alla lava che nulla hanno a che fare col tifo sano, se la gioca sempre e comunque e il poker è quasi stretto tante sono state le occasioni di riempire la porta avversaria. Ora c’è l’infrasettimanale ad Empoli, poi sarà solo Europa contro l’Arsenal in trasferta prima del ritorno: “In Europa possiamo giocarcela”, dice Ancelotti, in Europa si può fare eccome, aggiunge un’intera città che ha tanta, troppa, voglia di vincere.
di Napoli Magazine
01/04/2019 - 14:43
NAPOLI - Tre è il numero perfetto. Tre come le Grazie, tre come Inferno, Purgatorio e Paradiso, tre come le cose buone fatte da Troisi. Tre è il numero perfetto. A meno che non si tratti del Napoli a Roma. A meno che non giochino Milik, Dries, Verdi e Younes. A meno che non sia il Napoli che fa poker e vince. A quel punto si cambiano le regole, matematicamente parlando e si esulta contro chi accoglie insultando e sconfitto dall’Olimpico esce umiliato per colpa del Napoli del “passeggia su ciò che resta della Roma”. Vince la squadra di De Laurentiis che gongola assistendovi, vince contro Ranieri mister Ancelotti. Perché se è vero, come è vero che il campionato è bello (o brutto?) e che andato, è vero anche che non si vive di soli punti per arrivare primi ma anche della soddisfazione di vincere una gara che è emotiva prima ancora che calcistica e sportiva. Perché contro la Roma è così da quasi sempre è ancora di più da quando il calcio si è suo malgrado mescolato alla cronaca più nera. La Roma subisce, patteggia su un finale già scaduto di tempo e poi più nulla. Dopo la pausa è tutto e solo Napoli tra gol, gioco e spettacolo: pur senza Capitan Insigne, la squadra ospite di uno stadio strapieno quanto, ribadiamo vergognoso nei sui inno alla lava che nulla hanno a che fare col tifo sano, se la gioca sempre e comunque e il poker è quasi stretto tante sono state le occasioni di riempire la porta avversaria. Ora c’è l’infrasettimanale ad Empoli, poi sarà solo Europa contro l’Arsenal in trasferta prima del ritorno: “In Europa possiamo giocarcela”, dice Ancelotti, in Europa si può fare eccome, aggiunge un’intera città che ha tanta, troppa, voglia di vincere.