L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Il Napoli resuscita la Roma"
05.04.2015 23:59 di Redazione

NAPOLI - Se a Pasqua resuscita Cristo per opera del Signore, all'Olimpico resuscita la Roma per opera del Napoli. Sennò non si spiega. Chiariamo: gli azzurri la partita l'hanno fatta o almeno ci hanno provato. Forse più quelli che non ti aspetti, vedi Britos, che quelli da cui ti aspetti tanto, vedi Higuain o Gabbiadini. Non delude il Diavulillo Mertens che corre, spinge, passa la palla ma non trova mai, o quasi, nessuno a riceverla. A decidere nell'unico lunch match di questa 29esima giornata è un gol di Pjanic, che nel primo tempo chiude la partita. Quello stesso Pjanic che non segnava dal 30 novembre del 2014. E che ha segnato contro il Napoli, ovviamente. Il Napoli ci prova a riaprirla la partita ma nello stadio di un tifo vergognoso, resuscita pure l'ex azzurro De Santis che para, tanto, troppo, insomma tutto. E niente davvero concede ai suoi ex compagni di maglia. Un centrocampo assente orfano di Gargano, obbliga i tre di trequarti a giocare arretrati e lo stesso Higuain a indietreggiare. Per il Pipita entra Zapata che però stavolta non stupisce e non risolve. Anzi. Poca roba anche per Manolo entrato al posto di un Callejon ancora incerto che è l'ombra di se stesso, come Gonzalo d'altronde. Il Napoli prova a fare la sua gara contro una Roma che, ammettiamolo, ha schierato poco o nulla ma noi siamo riusciti a fare peggio. Vedi De Guzman. Il sorridente attaccante non ne ingarra una, neppure per sbaglio tanto che forse sarebbe stato più utile a casa sua, a controllare i casatielli che di questo periodo due occhi in più sono sempre comodi. A sostituire l'olandese il napoletanissimo Insigne: al di là del risultato bella cosa rivederlo in campo, davvero. Ma se il Napoli non convince, Rizzoli riesce a fare di peggio. Non fischia. Mai. Non fischia un doppio giallo che sarebbe valso l'espulsione di un aggressivo De Rossi, nè un rigore a favore degli azzurri. Magari aveva il fischietto rotto. Magari. Magari... Intanto la nostra Pasqua, casatielli e pastiere comprese, è bella che intossicata. Addio secondo posto (con la Lazio che vince) addio sogno Champions, addio sonni tranquilli. Addio insomma ad un campionato che il Napoli sembrava potesse dominare e che invece lo ha letteralmente travolto. E a noi con lui. N.b. Ho volutamente deciso di non dedicare questo scritto a quanto visto nella Curva Sud della tifoseria giallorossa, ma un "appunto nell'appunto" è doveroso. È drammatico dover annotare che al peggio non c'è mai fine. Credevo che il fondo lo avesse toccato la tifoseria del Verona, che giocando contro il Napoli, non contenta dei soliti cori anti-napoletani era andata oltre, offendendo Benitez e addirittura l'arbitro. Ma la tifoseria della Roma è riuscita a fare peggio, offendendo il dolore di una madre che ha perso un figlio, una madre che ha vissuto la più innaturale e inaccettabile delle tragedie umane. Un dolore che non si può e non si deve giudicare. Mai. Il dolore di una madre ma anche di un'intera città che piange suo figlio. E che alla vergogna di un tifo barbaro risponde con il ricordo del suo tifoso. Perché noi napoletani il tifo lo sappiamo fare, noi napoletani siamo gente perbene. Noi. Appunto.

 

 

Nunzia Marciano


Napoli Magazine


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05/04/2024 - 23:59

NAPOLI - Se a Pasqua resuscita Cristo per opera del Signore, all'Olimpico resuscita la Roma per opera del Napoli. Sennò non si spiega. Chiariamo: gli azzurri la partita l'hanno fatta o almeno ci hanno provato. Forse più quelli che non ti aspetti, vedi Britos, che quelli da cui ti aspetti tanto, vedi Higuain o Gabbiadini. Non delude il Diavulillo Mertens che corre, spinge, passa la palla ma non trova mai, o quasi, nessuno a riceverla. A decidere nell'unico lunch match di questa 29esima giornata è un gol di Pjanic, che nel primo tempo chiude la partita. Quello stesso Pjanic che non segnava dal 30 novembre del 2014. E che ha segnato contro il Napoli, ovviamente. Il Napoli ci prova a riaprirla la partita ma nello stadio di un tifo vergognoso, resuscita pure l'ex azzurro De Santis che para, tanto, troppo, insomma tutto. E niente davvero concede ai suoi ex compagni di maglia. Un centrocampo assente orfano di Gargano, obbliga i tre di trequarti a giocare arretrati e lo stesso Higuain a indietreggiare. Per il Pipita entra Zapata che però stavolta non stupisce e non risolve. Anzi. Poca roba anche per Manolo entrato al posto di un Callejon ancora incerto che è l'ombra di se stesso, come Gonzalo d'altronde. Il Napoli prova a fare la sua gara contro una Roma che, ammettiamolo, ha schierato poco o nulla ma noi siamo riusciti a fare peggio. Vedi De Guzman. Il sorridente attaccante non ne ingarra una, neppure per sbaglio tanto che forse sarebbe stato più utile a casa sua, a controllare i casatielli che di questo periodo due occhi in più sono sempre comodi. A sostituire l'olandese il napoletanissimo Insigne: al di là del risultato bella cosa rivederlo in campo, davvero. Ma se il Napoli non convince, Rizzoli riesce a fare di peggio. Non fischia. Mai. Non fischia un doppio giallo che sarebbe valso l'espulsione di un aggressivo De Rossi, nè un rigore a favore degli azzurri. Magari aveva il fischietto rotto. Magari. Magari... Intanto la nostra Pasqua, casatielli e pastiere comprese, è bella che intossicata. Addio secondo posto (con la Lazio che vince) addio sogno Champions, addio sonni tranquilli. Addio insomma ad un campionato che il Napoli sembrava potesse dominare e che invece lo ha letteralmente travolto. E a noi con lui. N.b. Ho volutamente deciso di non dedicare questo scritto a quanto visto nella Curva Sud della tifoseria giallorossa, ma un "appunto nell'appunto" è doveroso. È drammatico dover annotare che al peggio non c'è mai fine. Credevo che il fondo lo avesse toccato la tifoseria del Verona, che giocando contro il Napoli, non contenta dei soliti cori anti-napoletani era andata oltre, offendendo Benitez e addirittura l'arbitro. Ma la tifoseria della Roma è riuscita a fare peggio, offendendo il dolore di una madre che ha perso un figlio, una madre che ha vissuto la più innaturale e inaccettabile delle tragedie umane. Un dolore che non si può e non si deve giudicare. Mai. Il dolore di una madre ma anche di un'intera città che piange suo figlio. E che alla vergogna di un tifo barbaro risponde con il ricordo del suo tifoso. Perché noi napoletani il tifo lo sappiamo fare, noi napoletani siamo gente perbene. Noi. Appunto.

 

 

Nunzia Marciano


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