Cultura & Gossip
A ROMA - Le grandi voci liriche campane premiate agli International Opera Awards
19.12.2025 11:53 di Redazione
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"L'opera è l'erede più compiuta della tragedia greca" è proprio questo spirito di universalità che anima l'ottava edizione degli Opera Star – International Opera Awards, il più importante riconoscimento italiano dedicato ai protagonisti della lirica mondiale, che il prossimo 22 dicembre 2025 alle ore 20.30 tornerà a splendere nel tempio della musica capitolina: il Teatro dell'Opera di Roma. Una rinascita fortemente voluta dalla Confederazione Italiana Associazioni e Fondazioni per la Musica Lirica e Sinfonica APS e dalla sua presidente Daniela Traldi, che ha creduto con tenacia nella necessità di riportare sulla scena italiana questa manifestazione unica nel suo genere, sostenuta dalla Regione Lazio per i Grandi Eventi 2025, in sinergia con il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio la Fondazione Nazionale Cavalieri di Gran Croce, Banca Patrimoni Sella & C., Eleuteri Jewlery e Camera di Commercio Italo-Azerbaigiana. Un ritorno che segna una nuova stagione per quello che ormai viene definito «l'Oscar della lirica», nato dalla mente visionaria di Alfredo Troisi – ideatore del format e Segretario Generale della Confederazione – che nel 1995 concepì questo progetto con l'ambizione di valorizzare e contribuire al rilancio della musica lirica nel mondo. Il premio ha attraversato i palcoscenici più prestigiosi: dal Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago al Teatro Comunale di Bologna, dall'Anfiteatro di Katara in Qatar al Teatro Ristori di Verona, fino al Teatro dell’Opera di Hai Nan, in Cina. Ora, l'ottava edizione approda nella Capitale, consolidando il legame inscindibile tra Roma e la grande tradizione operistica italiana.“La lirica è innanzitutto disciplina di vita e di cultura, scuola di sacrificio e di impegno, di studio e dedizione costanti” – queste le parole che animano la filosofia del premio ideato da Troisi. Una visione che la presidente Daniela Traldi ha fatto propria, guidando la Confederazione – costituita a Verona nel 2005 e oggi rappresentante delle principali associazioni e fondazioni musicali italiane, dalla Fondazione Milano per la Scala alla Fondazione Verona per l'anfiteatro Arena  –  verso questa storica edizione romana. La serata, presentata dal conduttore televisivo Beppe Convertini e con la direzione artistica di Franco Moretti, vedrà esibirsi e premiare i massimi interpreti della scena lirica contemporanea, i quali doneranno alla platea pagine che sono da sempre nel sentire di tutti, unitamente all’Orchestra Sinfonica Opera Star International Opera Awards diretta dal Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, al quale sarà consegnato il riconoscimento Direttore d'Orchestra, Premio Speciale Golden Opera “New Generation”. “Dirigere un Gala come questo – ha sottolineato il direttore artistico Franco Moretti - significa tenere insieme precisione musicale e respiro teatrale, dando a ogni voce lo spazio di brillare senza mai perdere l’unità dell’insieme. Jacopo Sipari di Pescasseroli è il direttore ideale per questa serata: unisce autorevolezza, ascolto e una naturale capacità di accompagnare il canto, sostenendo l’orchestra con energia e misura. È un privilegio averlo sul podio dell’Opera Star International Opera Awards al Teatro dell’Opera di Roma”. Il premio quale miglior soprano è stato assegnato al soprano madrileno Saioa Hernàndez, reduce dai trionfi alla Scala di Milano, all’Opéra di Parigi e alla Carnegie Hall di New York. La Hernàndez sarà la disperata Maddalena di Coigny la quale, pur di salvare Chènier, è disposta a cedere a Gérard, raccontandogli, però, prima la sua tragica storia di orfana e raminga, dopo la distruzione della casa patrizia in “La mamma morta”. La linea melodica di Umberto Giordano è sempre espansiva e fluente, perfino gonfia, ma la scrittura non è mai troppo facile, poiché l’opera tutta procede a strappi, per contrasti, su lesti cambi di battuta, anche di dramma. Il miglior baritono è Amartuvshin Enkhbat, pupillo di Daniel Oren, lanciato nel ruolo del buffone gobbo proprio sul palcoscenico del teatro Verdi di Salerno, il quale eseguirà “Cortigiani, vil razza dannata”, che sancisce la nascita di una nuova voce per il melodramma italiano, quella “spinta” del baritono, che sarà chiamato per antonomasia verdiano, dal potente declamato, per il quale non regge più la tradizionale definizione di “basso cantante”. Il premio quale miglior basso andrà a Giacomo Prestia, una delle voci più autorevoli del repertorio verdiano e belcantista, il quale ha scelto “Ella giammai m'amò”  la fosca meditazione di Filippo II dal Don Carlo. Il Premio Speciale Golden Opera alla Carriera sarà assegnato ad Amarilli Nizza. Il celebre soprano interpreterà “Vissi d'arte, vissi d'amore” dalla Tosca pucciniana, aria in sé molto efficace, musicalmente ben tornita , in cui Tosca tramuta la sua sostanza grossolanamente teatrale in un ritratto della più squisita finezza, quasi una trasfigurazione. Miglior scenografo sarà  Dante Ferretti, tre volte Premio Oscar, con lui quale miglior costumistaUrsula Patzak. Tra i premiati di questa edizione – artisti di assoluto rilievo e fama mondiale, protagonisti dei più importanti teatri e festival internazionali, attualmente impegnati in attività artistiche e professionali già programmate – figurano: Jonas Kaufmann, Miglior Tenore, Elina Garanca, Miglior MezzosopranoRobert Carsen, Miglior Regista,  Valerio Galli, Miglior Direttore d’OrchestraNicola Martinucci, Premio Speciale Golden Opera alla Carriera“Riceverò nella mia città d’adozione – ha commentato il Maestro - quel premio, assegnatomi nel 2021 e che avrei dovuto avere dopo il concerto a Dubai, ma che la pandemia cancellò. Il 22 dicembre, condividendo il palcoscenico con grandissime voci del Gotha internazionale non solo della lirica ma del teatro tutto, andrò a chiudere una stagione speciale con un gala davvero particolare che sarà potente talismano per un ferace 2026. D’altra parte non c’è festa senza musica e scambieremo gli auguri tra le note più belle”. Il giovane maestro abruzzese, ha scelto per il suo pubblico la sinfonia del Nabucco, con l’ineludibile tema del “Va’ pensiero”, una sua pagina cult da bacchetta pucciniana, l’intermezzo di Suor Angelica, attraverso cui ci trascinerà “dentro” i suoni, quindi un secco colpo di piatti introdurrà a quello “straordinario baccano da circo” come Nietzsche definiva l'inizio del preludio al primo atto della “Carmen” di Bizet, per chiudere con l’ouverture del Guillaume Tell di Gioachino Rossini e il suo irresistibile galop.

La stellare scuola di canto napoletana, culla dell’opera, sarà rappresentata da tre grandi nomi, Maria Agresta, Teresa Iervolino e  Vincenzo Costanzo. Torna agli International Awards il soprano cilentano Maria Agresta, vanto campano, che dall’Accademia del San Carlo dove è docente ci ha rivelato: “Sono molto felice di ricevere questo premio e di partecipare alla prestigiosa serata, reduce dalla Partenope, opera di Ennio Morricone, in prima assoluta, subito dopo un’Adriana Lecouvreur all’Opera di Bilbao, e a gennaio, invece proprio a Roma con Bohème e a Napoli, invece, debutterò in Falstaff. Intanto, sto insegnando in Accademia, ai giovani, una qualcosa che mi responsabilizza e gratifica, poiché tengo molto a trasmettere, quell’eredità di tecnica, tradizione e affetti, ovvero, il rispetto del palcoscenico e della musica, nella sua essenza più pura che mi è stata affidata dai miei maestri”. La Signora Agresta donerà al pubblico del massimo romano, l’Ave Maria dall’Otello verdiano, un vero gioiello, con l’ intera orchestra ad accompagnare le ultime disperate parole di Desdemona, con una delicatissima tenerezza, attraverso i marcati accordi in pianissimo che presagiscono la triste fine. Altra star che, però, non sarà il 22 a Roma, è il mezzosoprano Teresa Iervolino, che in quei giorni debutterà al con la Netherlands Philharmonic Orchestra al Concertgebouw in Amsterdam, diretta da Michele Spotti, dove l’abbiamo raggiunta nel bel mezzo delle prove: “Onorata di vedermi assegnato questo premio – ha affermato la nostra cantante – che sigilla una stagione veramente bella e intensa a cominciare dal gennaio del 2025 quando ho avuto modo di ritornare all’Accademia di Santa Cecilia per eseguire con il Maestro Whun Chung lo Stabat Mater di Rossini, un’esperienza indimenticabile, veramente sopra le righe, per l’approccio ad una partitura che va ad immergersi in zone profonde dell’animo umano, e una recherche a tutto tondo che ha elevato tutti verso l’invisibile, una esperienza che mi ha fatto crescere musicalmente ed umanamente. Quindi, la Madama Butterfly, coi Berliner Philharmoniker e il loro direttore stabile Kirill Petrenko, che ha portato il pubblico ad abbandonarsi totalmente all’ascolto della pura interpretazione musicale. Un nuovo anno ricco di Debutti, a cominciare dall’Orfeo gluckiano in cui ogni parola ha da essere anche recitata e io ho il piacere anche di dare vita ad ogni singola parola, coi giusti accenti ed affetti. Debutterò Carmen, che attendevo da tanto tempo, nonché la seconda sinfonia di Gustav Mahler e dulcis in fundo Amneris in Aida e a Busseto. Io venero e guardo con gran rispetto all’ opera di Giuseppe Verdi e sono davvero onorata di dare vita a questo personaggio, cercando di avvicinarmi il più possibile al segno musicale verdiano. Ritornerò in giugno anche al Teatro La Fenice in cui sarò Enrico di Borgogna, protagonista dell’opera di raro ascolto di Gaetano Donizetti. Un mio sogno è pronunciare quel O Don fatale che è della Principessa d’ Eboli del Don Carlos, ma grazie veramente alla vita che tanto mi ha dato e continua a donarmi in questo mio percorso artistico”. Il 22 dicembre è anche il genetliaco di Giacomo Puccini e ad onorarlo a sorpresa, uno dei suoi massimi interpetri in continua ascesa, il tenore napoletano Vincenzo Costanzo, riconosciuto Mario Cavaradossi, ruolo che lo vedrà assoluto protagonista sia al Maggio Musicale Fiorentino sotto la bacchetta di Michele Gamba, a gennaio, che in giugno al Regio di Torino con Andrea Battistoni. Quindi, ben tre ruoli di debutto per la voce assoluta del bel tenore mediterraneo, Andrea Chénier al Bellini di Catania in aprile, diretto da Paolo Carignani, quindi in luglio a Varna lancerà il suo primo Vincerò, empaticamente con Jacopo Sipari da Pescasseroli, e in ottobre nella piramide zeffirelliana, pensata per Busseto, si trasformerà in Radames. A Roma sarà una vera epifania il suo primo Puccini de’ Le Villi e la romanza di Roberto “Torna ai felici dì”, incarnante la mestizia toscana del compositore, racchiusa nel suono dello scorato del corno inglese. Una serata che saluterà anche riconoscimenti dedicati a voci in carriera, quali, il soprano azero Afag Abbassova, che sarà Liù nel “Tu che di gel sei cinta”, un preludio delle celebrazioni per il centenario dell’opera, ancora un soprano, Alessandra Di Giorgio che interpetrerà Manon, alla ricerca di una verità non più esterna, ma del tutto interiore, un ripensamento personale, una sintesi rapida e coraggiosa di sentimenti, più che azioni, che si fondono mirabilmente in un’atmosfera spirituale irreale, in “Sola, perduta, abbandonata”. Non poteva mancare il mezzosoprano ed ecco Ivana Hoxha, novella Principessa di Bouillon, una musa nera dell’intera storia dell’opera, con “Acerba Voluttà”, un bell’ossimoro, a dimostrare l’attualità della penna del poeta a vantaggio di una musica così fine, accurata, cajkovskiana, nella scrittura generale e nell’orchestrazione. Quindi verrà consegnato un riconoscimento Speciale per la cultura a "Fabbrica" – Young Artist Program del Teatro dell'Opera di Roma, Frequenze & Armonici APS, per Opera Lab Edu, e ancora a Rai Cultura nella persona di Francesca Nesler, per la divulgazione dell’Opera Lirica, prima del brindisi di prammatica, che inebrierà col suo fine perlage l’intera platea.

 

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di Redazione

19/12/2025 - 11:53

"L'opera è l'erede più compiuta della tragedia greca" è proprio questo spirito di universalità che anima l'ottava edizione degli Opera Star – International Opera Awards, il più importante riconoscimento italiano dedicato ai protagonisti della lirica mondiale, che il prossimo 22 dicembre 2025 alle ore 20.30 tornerà a splendere nel tempio della musica capitolina: il Teatro dell'Opera di Roma. Una rinascita fortemente voluta dalla Confederazione Italiana Associazioni e Fondazioni per la Musica Lirica e Sinfonica APS e dalla sua presidente Daniela Traldi, che ha creduto con tenacia nella necessità di riportare sulla scena italiana questa manifestazione unica nel suo genere, sostenuta dalla Regione Lazio per i Grandi Eventi 2025, in sinergia con il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio la Fondazione Nazionale Cavalieri di Gran Croce, Banca Patrimoni Sella & C., Eleuteri Jewlery e Camera di Commercio Italo-Azerbaigiana. Un ritorno che segna una nuova stagione per quello che ormai viene definito «l'Oscar della lirica», nato dalla mente visionaria di Alfredo Troisi – ideatore del format e Segretario Generale della Confederazione – che nel 1995 concepì questo progetto con l'ambizione di valorizzare e contribuire al rilancio della musica lirica nel mondo. Il premio ha attraversato i palcoscenici più prestigiosi: dal Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago al Teatro Comunale di Bologna, dall'Anfiteatro di Katara in Qatar al Teatro Ristori di Verona, fino al Teatro dell’Opera di Hai Nan, in Cina. Ora, l'ottava edizione approda nella Capitale, consolidando il legame inscindibile tra Roma e la grande tradizione operistica italiana.“La lirica è innanzitutto disciplina di vita e di cultura, scuola di sacrificio e di impegno, di studio e dedizione costanti” – queste le parole che animano la filosofia del premio ideato da Troisi. Una visione che la presidente Daniela Traldi ha fatto propria, guidando la Confederazione – costituita a Verona nel 2005 e oggi rappresentante delle principali associazioni e fondazioni musicali italiane, dalla Fondazione Milano per la Scala alla Fondazione Verona per l'anfiteatro Arena  –  verso questa storica edizione romana. La serata, presentata dal conduttore televisivo Beppe Convertini e con la direzione artistica di Franco Moretti, vedrà esibirsi e premiare i massimi interpreti della scena lirica contemporanea, i quali doneranno alla platea pagine che sono da sempre nel sentire di tutti, unitamente all’Orchestra Sinfonica Opera Star International Opera Awards diretta dal Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, al quale sarà consegnato il riconoscimento Direttore d'Orchestra, Premio Speciale Golden Opera “New Generation”. “Dirigere un Gala come questo – ha sottolineato il direttore artistico Franco Moretti - significa tenere insieme precisione musicale e respiro teatrale, dando a ogni voce lo spazio di brillare senza mai perdere l’unità dell’insieme. Jacopo Sipari di Pescasseroli è il direttore ideale per questa serata: unisce autorevolezza, ascolto e una naturale capacità di accompagnare il canto, sostenendo l’orchestra con energia e misura. È un privilegio averlo sul podio dell’Opera Star International Opera Awards al Teatro dell’Opera di Roma”. Il premio quale miglior soprano è stato assegnato al soprano madrileno Saioa Hernàndez, reduce dai trionfi alla Scala di Milano, all’Opéra di Parigi e alla Carnegie Hall di New York. La Hernàndez sarà la disperata Maddalena di Coigny la quale, pur di salvare Chènier, è disposta a cedere a Gérard, raccontandogli, però, prima la sua tragica storia di orfana e raminga, dopo la distruzione della casa patrizia in “La mamma morta”. La linea melodica di Umberto Giordano è sempre espansiva e fluente, perfino gonfia, ma la scrittura non è mai troppo facile, poiché l’opera tutta procede a strappi, per contrasti, su lesti cambi di battuta, anche di dramma. Il miglior baritono è Amartuvshin Enkhbat, pupillo di Daniel Oren, lanciato nel ruolo del buffone gobbo proprio sul palcoscenico del teatro Verdi di Salerno, il quale eseguirà “Cortigiani, vil razza dannata”, che sancisce la nascita di una nuova voce per il melodramma italiano, quella “spinta” del baritono, che sarà chiamato per antonomasia verdiano, dal potente declamato, per il quale non regge più la tradizionale definizione di “basso cantante”. Il premio quale miglior basso andrà a Giacomo Prestia, una delle voci più autorevoli del repertorio verdiano e belcantista, il quale ha scelto “Ella giammai m'amò”  la fosca meditazione di Filippo II dal Don Carlo. Il Premio Speciale Golden Opera alla Carriera sarà assegnato ad Amarilli Nizza. Il celebre soprano interpreterà “Vissi d'arte, vissi d'amore” dalla Tosca pucciniana, aria in sé molto efficace, musicalmente ben tornita , in cui Tosca tramuta la sua sostanza grossolanamente teatrale in un ritratto della più squisita finezza, quasi una trasfigurazione. Miglior scenografo sarà  Dante Ferretti, tre volte Premio Oscar, con lui quale miglior costumistaUrsula Patzak. Tra i premiati di questa edizione – artisti di assoluto rilievo e fama mondiale, protagonisti dei più importanti teatri e festival internazionali, attualmente impegnati in attività artistiche e professionali già programmate – figurano: Jonas Kaufmann, Miglior Tenore, Elina Garanca, Miglior MezzosopranoRobert Carsen, Miglior Regista,  Valerio Galli, Miglior Direttore d’OrchestraNicola Martinucci, Premio Speciale Golden Opera alla Carriera“Riceverò nella mia città d’adozione – ha commentato il Maestro - quel premio, assegnatomi nel 2021 e che avrei dovuto avere dopo il concerto a Dubai, ma che la pandemia cancellò. Il 22 dicembre, condividendo il palcoscenico con grandissime voci del Gotha internazionale non solo della lirica ma del teatro tutto, andrò a chiudere una stagione speciale con un gala davvero particolare che sarà potente talismano per un ferace 2026. D’altra parte non c’è festa senza musica e scambieremo gli auguri tra le note più belle”. Il giovane maestro abruzzese, ha scelto per il suo pubblico la sinfonia del Nabucco, con l’ineludibile tema del “Va’ pensiero”, una sua pagina cult da bacchetta pucciniana, l’intermezzo di Suor Angelica, attraverso cui ci trascinerà “dentro” i suoni, quindi un secco colpo di piatti introdurrà a quello “straordinario baccano da circo” come Nietzsche definiva l'inizio del preludio al primo atto della “Carmen” di Bizet, per chiudere con l’ouverture del Guillaume Tell di Gioachino Rossini e il suo irresistibile galop.

La stellare scuola di canto napoletana, culla dell’opera, sarà rappresentata da tre grandi nomi, Maria Agresta, Teresa Iervolino e  Vincenzo Costanzo. Torna agli International Awards il soprano cilentano Maria Agresta, vanto campano, che dall’Accademia del San Carlo dove è docente ci ha rivelato: “Sono molto felice di ricevere questo premio e di partecipare alla prestigiosa serata, reduce dalla Partenope, opera di Ennio Morricone, in prima assoluta, subito dopo un’Adriana Lecouvreur all’Opera di Bilbao, e a gennaio, invece proprio a Roma con Bohème e a Napoli, invece, debutterò in Falstaff. Intanto, sto insegnando in Accademia, ai giovani, una qualcosa che mi responsabilizza e gratifica, poiché tengo molto a trasmettere, quell’eredità di tecnica, tradizione e affetti, ovvero, il rispetto del palcoscenico e della musica, nella sua essenza più pura che mi è stata affidata dai miei maestri”. La Signora Agresta donerà al pubblico del massimo romano, l’Ave Maria dall’Otello verdiano, un vero gioiello, con l’ intera orchestra ad accompagnare le ultime disperate parole di Desdemona, con una delicatissima tenerezza, attraverso i marcati accordi in pianissimo che presagiscono la triste fine. Altra star che, però, non sarà il 22 a Roma, è il mezzosoprano Teresa Iervolino, che in quei giorni debutterà al con la Netherlands Philharmonic Orchestra al Concertgebouw in Amsterdam, diretta da Michele Spotti, dove l’abbiamo raggiunta nel bel mezzo delle prove: “Onorata di vedermi assegnato questo premio – ha affermato la nostra cantante – che sigilla una stagione veramente bella e intensa a cominciare dal gennaio del 2025 quando ho avuto modo di ritornare all’Accademia di Santa Cecilia per eseguire con il Maestro Whun Chung lo Stabat Mater di Rossini, un’esperienza indimenticabile, veramente sopra le righe, per l’approccio ad una partitura che va ad immergersi in zone profonde dell’animo umano, e una recherche a tutto tondo che ha elevato tutti verso l’invisibile, una esperienza che mi ha fatto crescere musicalmente ed umanamente. Quindi, la Madama Butterfly, coi Berliner Philharmoniker e il loro direttore stabile Kirill Petrenko, che ha portato il pubblico ad abbandonarsi totalmente all’ascolto della pura interpretazione musicale. Un nuovo anno ricco di Debutti, a cominciare dall’Orfeo gluckiano in cui ogni parola ha da essere anche recitata e io ho il piacere anche di dare vita ad ogni singola parola, coi giusti accenti ed affetti. Debutterò Carmen, che attendevo da tanto tempo, nonché la seconda sinfonia di Gustav Mahler e dulcis in fundo Amneris in Aida e a Busseto. Io venero e guardo con gran rispetto all’ opera di Giuseppe Verdi e sono davvero onorata di dare vita a questo personaggio, cercando di avvicinarmi il più possibile al segno musicale verdiano. Ritornerò in giugno anche al Teatro La Fenice in cui sarò Enrico di Borgogna, protagonista dell’opera di raro ascolto di Gaetano Donizetti. Un mio sogno è pronunciare quel O Don fatale che è della Principessa d’ Eboli del Don Carlos, ma grazie veramente alla vita che tanto mi ha dato e continua a donarmi in questo mio percorso artistico”. Il 22 dicembre è anche il genetliaco di Giacomo Puccini e ad onorarlo a sorpresa, uno dei suoi massimi interpetri in continua ascesa, il tenore napoletano Vincenzo Costanzo, riconosciuto Mario Cavaradossi, ruolo che lo vedrà assoluto protagonista sia al Maggio Musicale Fiorentino sotto la bacchetta di Michele Gamba, a gennaio, che in giugno al Regio di Torino con Andrea Battistoni. Quindi, ben tre ruoli di debutto per la voce assoluta del bel tenore mediterraneo, Andrea Chénier al Bellini di Catania in aprile, diretto da Paolo Carignani, quindi in luglio a Varna lancerà il suo primo Vincerò, empaticamente con Jacopo Sipari da Pescasseroli, e in ottobre nella piramide zeffirelliana, pensata per Busseto, si trasformerà in Radames. A Roma sarà una vera epifania il suo primo Puccini de’ Le Villi e la romanza di Roberto “Torna ai felici dì”, incarnante la mestizia toscana del compositore, racchiusa nel suono dello scorato del corno inglese. Una serata che saluterà anche riconoscimenti dedicati a voci in carriera, quali, il soprano azero Afag Abbassova, che sarà Liù nel “Tu che di gel sei cinta”, un preludio delle celebrazioni per il centenario dell’opera, ancora un soprano, Alessandra Di Giorgio che interpetrerà Manon, alla ricerca di una verità non più esterna, ma del tutto interiore, un ripensamento personale, una sintesi rapida e coraggiosa di sentimenti, più che azioni, che si fondono mirabilmente in un’atmosfera spirituale irreale, in “Sola, perduta, abbandonata”. Non poteva mancare il mezzosoprano ed ecco Ivana Hoxha, novella Principessa di Bouillon, una musa nera dell’intera storia dell’opera, con “Acerba Voluttà”, un bell’ossimoro, a dimostrare l’attualità della penna del poeta a vantaggio di una musica così fine, accurata, cajkovskiana, nella scrittura generale e nell’orchestrazione. Quindi verrà consegnato un riconoscimento Speciale per la cultura a "Fabbrica" – Young Artist Program del Teatro dell'Opera di Roma, Frequenze & Armonici APS, per Opera Lab Edu, e ancora a Rai Cultura nella persona di Francesca Nesler, per la divulgazione dell’Opera Lirica, prima del brindisi di prammatica, che inebrierà col suo fine perlage l’intera platea.