L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, ADL mischia le carte e sfila il nome giusto tra i 40 candidati alla panchina dei Campioni d'Italia"
08.06.2023 23:55 di Redazione

NAPOLI - Non ha fatto giri di parole il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, alla presentazione del ritiro a Castel di Sangro (dal 28 luglio al 12 agosto in Abruzzo) nella splendida cornice di Palazzo Petrucci in Via Posillipo. Da 20 potenziali candidati, nel giro di poche ore, è passato subito a 40 nomi, nella lunga lista di papabili eredi della panchina azzurra lasciata libera dall'ormai eterno Luciano Spalletti. Sul candidato piu' gettonato delle ultime ore, il violaceo Vincenzo Italiano (extra lista), ADL ha fatto capire che potrebbe prenderlo in considerazione soltanto laddove dovesse separarsi dalla Fiorentina. De Laurentiis, infatti, da buon amico di Commisso, per sua stessa ammissione, non intende "sfruculiare il pasticciotto" di una societa' in linea con le sue idee manageriali. E dopo la sconfitta nella finale di Conference League (troppo alta la difesa schierata dal tecnico, colpito senza pietà dal West Ham), non sono mancate le frasi sibilline di Italiano: "Del mio futuro ne parlero' con la societa', come hanno fatto anche altri allenatori in altri club. Se dovessi restare? Nessun problema". Parole che lasciano aperta una riflessione, a differenza della Juventus che ha confermato Allegri e dell'Atalanta che prosegue il proprio cammino con Gasperini, senza se e senza ma. La prospettiva che Italiano possa comunque restare a Firenze resta in piedi, tant'e' che il buon Aurelio ha posto la deadline per la scelta della guida in panchina entro il prossimo 27 giugno. Per questa data sara' scelto il nuovo tecnico, ma probabilmente anche prima. E da innamorato del calcio, oltre che del business, come per ogni passato trainer, il numero 1 azzurro ha bisogno di folgorarsi, anche se per pochi mesi, tra una chiacchiera in una location riservata e, magari, uno spaghetto (rigorosamente Barilla n° 5 come piace a lui) vista mare. Ricordate Ancelotti? Anche Carlo scrisse nel suo ultimo libro che il primo anno e' sempre quello della luna di miele, e' stato cosi' per tutti i suoi club, Napoli incluso. Poi e' chiaro che iniziano le richieste con gli obiettivi da centrare altrimenti le strade si separano. Resta saldo un concetto, sottolineato da De Laurentiis: "Allenare il Napoli e' un onore", un messaggio chiaro anche per i super tecnici che magari hanno preso tempo senza cogliere subito la palla al balzo. I curriculum di Luis Enrique e Conte non si discutono, come pure quello di Klopp, ma su questi binari si viaggia anche su ingaggi personali forse un po' troppo eccessivi. Mi e' piaciuto poi un passaggio tra le varie parole espresse dal presidente, che ha pure ribadito di voler aprire un ciclo vincente con questa squadra senza cedere i pezzi pregiati: "Farei un torto a richiamare qualcuno che ha gia' allenato il Napoli, ma mai dire mai". In questa chiosa finale mi risulta facile leggere tra le righe un riferimento a Rafa Benitez. Lo spagnolo, oltre che un manager abile sul mercato, tiene molto alla sua idea di calcio e al suo 4-2-3-1 che effettivamente andrebbe modificato nell'ormai consolidato 4-3-3, sistema di gioco che ha condotto gli azzurri al tricolore. Nel 2013, prima di Napoli-Arsenal, gli chiedemmo di cambiare modulo e la risposta fu la citazione della favola di Esopo dal titolo "Il contadino, il figlio e l'asino", che mi piace riproporre: "Un vecchio camminava con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello: a turno venivano portati dall'asino ed alleviavano la fatica del percorso. Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: "Ecco, un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto". Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: "Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito". Egli, vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull'asino. Così sono portati entrambi dall'unico quadrupede: il borbottìo dei passanti e l'indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone. Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi con l'asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: "Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi". Allora il padre disse: "Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci". Su questo concetto pero' concordo con ADL e magari anche Rafa potrebbe rivedere questa sua impostazione mentale, "la idea" per la quale tanto abbiamo discusso, considerando lo scudetto appena conseguito. Onestamente non vedo un Napoli, per caratteristiche dei singoli giocatori in rosa, disposto diversamente in campo dal 4-3-3. Un cambio di filosofia in tal senso sarebbe un errore. Tra i pro di Benitez, pero', ci sarebbe sicuramente il grande respiro internazionale che la sua figura comporta e ben conosciamo, oltre alla sua abilita' comunicativa. Ora non vorrei elencare gli altri 35 nomi in lizza, dove magari ci saranno appuntati anche i profili di Galtier e Thiago Motta mentre, per il ragionamento fatto prima su Commisso, dovremmo poter sfilare dai pretendenti l'idea Mourinho, dato che ADL ha tenuto ad evidenziare pure la sua amicizia con i Friedkin. Di sicuro la scelta e' delicata, ma non mi preoccuperei piu' di tanto. Lasciamo ADL libero di innamorarsi, anche perchè il "capo" è lui. Lo stesso Giuntoli ha un contratto fino al 30 giugno 2024. E' bene ricordarlo, come pure Kim che molti danno gia' per ceduto: prima va pagata una clausola da 58 milioni e poi va soddisfatto il giocatore, tra il 1° e il 15 luglio. Se il Manchester United dovesse offrire al difensore sudcoreano realmente 30 milioni in 5 anni ci sarebbe poco da aggiungere. Ma prima di allora non mettiamo il carro davanti ai buoi. Per ora c'e' ancora margine per mischiare le carte e la scelta giusta sicuramente verra' fatta. D'altronde, come cantano i tifosi: "I campioni dell'Italia siamo noi". 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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di Napoli Magazine

08/06/2024 - 23:55

NAPOLI - Non ha fatto giri di parole il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, alla presentazione del ritiro a Castel di Sangro (dal 28 luglio al 12 agosto in Abruzzo) nella splendida cornice di Palazzo Petrucci in Via Posillipo. Da 20 potenziali candidati, nel giro di poche ore, è passato subito a 40 nomi, nella lunga lista di papabili eredi della panchina azzurra lasciata libera dall'ormai eterno Luciano Spalletti. Sul candidato piu' gettonato delle ultime ore, il violaceo Vincenzo Italiano (extra lista), ADL ha fatto capire che potrebbe prenderlo in considerazione soltanto laddove dovesse separarsi dalla Fiorentina. De Laurentiis, infatti, da buon amico di Commisso, per sua stessa ammissione, non intende "sfruculiare il pasticciotto" di una societa' in linea con le sue idee manageriali. E dopo la sconfitta nella finale di Conference League (troppo alta la difesa schierata dal tecnico, colpito senza pietà dal West Ham), non sono mancate le frasi sibilline di Italiano: "Del mio futuro ne parlero' con la societa', come hanno fatto anche altri allenatori in altri club. Se dovessi restare? Nessun problema". Parole che lasciano aperta una riflessione, a differenza della Juventus che ha confermato Allegri e dell'Atalanta che prosegue il proprio cammino con Gasperini, senza se e senza ma. La prospettiva che Italiano possa comunque restare a Firenze resta in piedi, tant'e' che il buon Aurelio ha posto la deadline per la scelta della guida in panchina entro il prossimo 27 giugno. Per questa data sara' scelto il nuovo tecnico, ma probabilmente anche prima. E da innamorato del calcio, oltre che del business, come per ogni passato trainer, il numero 1 azzurro ha bisogno di folgorarsi, anche se per pochi mesi, tra una chiacchiera in una location riservata e, magari, uno spaghetto (rigorosamente Barilla n° 5 come piace a lui) vista mare. Ricordate Ancelotti? Anche Carlo scrisse nel suo ultimo libro che il primo anno e' sempre quello della luna di miele, e' stato cosi' per tutti i suoi club, Napoli incluso. Poi e' chiaro che iniziano le richieste con gli obiettivi da centrare altrimenti le strade si separano. Resta saldo un concetto, sottolineato da De Laurentiis: "Allenare il Napoli e' un onore", un messaggio chiaro anche per i super tecnici che magari hanno preso tempo senza cogliere subito la palla al balzo. I curriculum di Luis Enrique e Conte non si discutono, come pure quello di Klopp, ma su questi binari si viaggia anche su ingaggi personali forse un po' troppo eccessivi. Mi e' piaciuto poi un passaggio tra le varie parole espresse dal presidente, che ha pure ribadito di voler aprire un ciclo vincente con questa squadra senza cedere i pezzi pregiati: "Farei un torto a richiamare qualcuno che ha gia' allenato il Napoli, ma mai dire mai". In questa chiosa finale mi risulta facile leggere tra le righe un riferimento a Rafa Benitez. Lo spagnolo, oltre che un manager abile sul mercato, tiene molto alla sua idea di calcio e al suo 4-2-3-1 che effettivamente andrebbe modificato nell'ormai consolidato 4-3-3, sistema di gioco che ha condotto gli azzurri al tricolore. Nel 2013, prima di Napoli-Arsenal, gli chiedemmo di cambiare modulo e la risposta fu la citazione della favola di Esopo dal titolo "Il contadino, il figlio e l'asino", che mi piace riproporre: "Un vecchio camminava con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello: a turno venivano portati dall'asino ed alleviavano la fatica del percorso. Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: "Ecco, un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto". Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: "Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito". Egli, vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull'asino. Così sono portati entrambi dall'unico quadrupede: il borbottìo dei passanti e l'indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone. Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi con l'asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: "Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi". Allora il padre disse: "Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci". Su questo concetto pero' concordo con ADL e magari anche Rafa potrebbe rivedere questa sua impostazione mentale, "la idea" per la quale tanto abbiamo discusso, considerando lo scudetto appena conseguito. Onestamente non vedo un Napoli, per caratteristiche dei singoli giocatori in rosa, disposto diversamente in campo dal 4-3-3. Un cambio di filosofia in tal senso sarebbe un errore. Tra i pro di Benitez, pero', ci sarebbe sicuramente il grande respiro internazionale che la sua figura comporta e ben conosciamo, oltre alla sua abilita' comunicativa. Ora non vorrei elencare gli altri 35 nomi in lizza, dove magari ci saranno appuntati anche i profili di Galtier e Thiago Motta mentre, per il ragionamento fatto prima su Commisso, dovremmo poter sfilare dai pretendenti l'idea Mourinho, dato che ADL ha tenuto ad evidenziare pure la sua amicizia con i Friedkin. Di sicuro la scelta e' delicata, ma non mi preoccuperei piu' di tanto. Lasciamo ADL libero di innamorarsi, anche perchè il "capo" è lui. Lo stesso Giuntoli ha un contratto fino al 30 giugno 2024. E' bene ricordarlo, come pure Kim che molti danno gia' per ceduto: prima va pagata una clausola da 58 milioni e poi va soddisfatto il giocatore, tra il 1° e il 15 luglio. Se il Manchester United dovesse offrire al difensore sudcoreano realmente 30 milioni in 5 anni ci sarebbe poco da aggiungere. Ma prima di allora non mettiamo il carro davanti ai buoi. Per ora c'e' ancora margine per mischiare le carte e la scelta giusta sicuramente verra' fatta. D'altronde, come cantano i tifosi: "I campioni dell'Italia siamo noi". 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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