L'Editoriale
LA VOLTA BUONA - Rosella Sensi a Caterina Balivo: "Contenta per la vittoria dello scudetto del Napoli, Spalletti ha avuto una grande squadra per vincere, adoravo mio padre, da presidente della Roma ebbi minacce di morte, ringrazio i ragazzi della scorta, Totti è un simbolo"
09.01.2024 17:43 di Redazione

NAPOLI - Rosella Sensi, ex presidente della Roma, ha rilasciato un’intervista a “La Volta Buona”, trasmissione tv in onda su Rai Uno e condotta da Caterina Balivo. Ecco quanto evidenziato da “Napoli Magazine”: “Tu, Caterina, tifosissima del Napoli? Lo so, io sono tifosissima della Roma, due città del Sud, due città che conquistano i loro scudetti con grande fatica e ne sanno gioire molto, sappiamo gioire dei nostri successi. Perché non ho mai fatto interviste personali? Quando avevo quel ruolo sentivo molto la responsabilità di quello che facevo ed ho un rimpianto: quello di aver comunicato poco in quel momento su ciò che riguardava il lavoro e la Roma e poi, qualcuno sa che io sono stata contestata molto, ho avuto la scorta e avevo paura per le mie figlie e quindi ho preferito far passare un po’ di tempo e oggi grazie a te e al tuo invito, parlo volentieri. Com’era il mio rapporto col mio papà? Ero morbosamente attaccata a papà, gli volevo un gran bene, lui nell’ultimo periodo aveva difficoltà a camminare, però io non facevo altro che saltargli sulle ginocchia, per stare in braccio a lui e sentire le sue coccole, il suo odore. Io lo stimavo, ho avuto una adorazione enorme, per me è stato un grandissimo dolore quando lui è venuto a mancare. Quando la Roma perdeva era una tragedia, tutti a casa con la minestrina, tutti in silenzio, noi dovevamo sentire il senso di responsabilità di quello che era successo e tutti a casa, poi noi siamo tre sorelle, avevamo 23, 20, 18 anni e volevamo uscire ma non si poteva, tutti a casa. Aveva perso la Roma. Dopo si riprendeva, si gioiva. I ricordi di quel periodo restano vivi nel mio cuore, ricordare papà… vincemmo la Coppa Italia a Milano, lui era caduto, non riusciva a stare in piedi, è venuto a Fiumicino ad accogliere i suoi ragazzi per ringraziarli ad uno ad uno e quindi è venuto nonostante una grande fatica perché non stava in piedi. Scopro di aspettare la mia prima figlia, dopo aver perso già due bimbi, e lo scopro il giorno prima che papà morisse, non sono riuscita a dirglielo, lui aspettava anche un nipote da me, perché li aveva già dalle mie sorelle e questa cosa da una parte so che me l’ha mandata lui, me l’ha fatta tenere lui, perché avevo difficoltà a mantenere la gravidanza, però è stato un susseguirsi di emozioni veramente fortissime. Per fortuna ho un marito splendido e una famiglia che mi è stata tanto vicina. La presenza di Totti di grande aiuto per me che non stavo bene al funerale di papà? Per scaramanzia non gli avevo detto della gravidanza, di solito si aspetta un po’, ma gli ho detto: ‘tu non mi lasci’, mi sono aggrappata a lui come altre volte. Inconsapevolmente, anche quella volta mi è stato di grande aiuto, perché io avevo paura di perdere mia figlia, quindi ero tra il dolore e la disperazione e lui era lì con me, come tante altre volte. Totti e l’addio al calcio? Ho pianto, quel giorno non sono andata per altri motivi, perché non condividevo le decisioni della precedente proprietà, di come aveva trattato Francesco, lo dissi anche ad Ilary, però da casa piangevo disperata. Le mie figlie mi chiedevano perché piangessi e risposi loro che erano lacrime di gioia, ma si accorsero che era un pianto vero. Francesco è la Roma, non solo per i romanisti, Francesco è un simbolo del calcio italiano, perché è cresciuto in una città ed è riuscito ad arrivare a quel punto. E’ vero, non è da tutti, però ha dato un sogno e può dare un sogno a tante persone, a tanti bambini che scendono in campo ogni giorno, durante la settimana. Totti è un simbolo anche fuori dal campo. Avevo fatto un contratto mantenendo il ruolo da dirigente a vita a sua scelta perché se lo meritava, perché aiutava la Roma, non per fare un regalo a Francesco, perché Francesco avrebbe fatto un regalo alla Roma a chi sarebbe venuto dopo di noi. Io presidente della Roma negli spogliatoi dopo le partite? Chiedevo permesso e poi entravo, mio padre poteva entrare, però è logico, magari erano sotto la doccia, si stavano cambiando, io chiamavo qualche dirigente e dicevo: ‘ chiedete loro di coprirsi e fatemi entrare’, poi parlavo. Un mio ex giocatore, Marco Delvecchio, un giorno mi disse: ‘Guarda Rosella, mi sembravi un uomo vestito da donna’. E gli rispondevo: ‘non c’è diversità di genere quando uno è arrabbiato!’. Se mi arrabbiavo con Totti? Mi arrabbiavo con tutti, nel cuore non facevo distinzioni, e li ringraziavo anche tanto. Ero un po’ severa. Matrimonio Totti con Ilary? Bellissimo matrimonio, ero molto contenta per loro, ho visto la nascita di due dei tre figli, Cristian e Isabel, andai a trovare Ilary, sempre in forma. Andai il giorno dopo la nascita di Isabel e la trovai in perfetta forma, le dissi: scusa Ilary, sono tre anni che cerco di tornare in forma, di perdere il peso preso in gravidanza e tu?!”. Era bellissima a neanche 24 ore dalla nascita della figlia! Il documentario di Ilary? Mi dispiace, non mi aspettavo questa notizia (della separazione tra Totti ed Ilary, ndr) quando è uscita, mi è dispiaciuta per entrambi, per i tre ragazzi, mi è dispiaciuto perché era una famiglia bellissima, erano due persone che con i loro caratteri si compensavano e credo sia necessario per un uomo e una donna avere due caratteri apparentemente diversi per compensarsi nei vari problemi della vita, nelle gioie e nei dolori, in tutto. Mi è dispiaciuto tanto, poi non entro nel merito di quelle che sono le loro decisioni. Vedendoli insieme non l’avrei mai pensato. Lei è esuberante, spiritosa, lui è sarcastico, ironico come ogni romano, una bella coppia insieme. Come ho vissuto quel 2008 come presidente della Roma dopo la morte di mio padre e in attesa di mia figlia? Purtroppo non mi sono goduta la gravidanza, io dovevo andare allo stadio e il mio ginecologo mi seguiva allo stadio. Questa cosa non l’ho mai detta, lui veniva e mi assisteva se stavo male, poi è nata Livia, la mia figlia più grande. I tifosi non volevano che una donna presidente fosse incinta. Io ho sempre detto che quando abbiamo un ruolo dirigenziale, parlo di uomini e donne, dobbiamo usare il cervello e non le gambe e quindi non vedevo problemi di diversità. Addirittura Daniele Pradè, io ho partorito il martedì e mi ha lasciata in pace mezza giornata del mercoledì, poi è arrivato e ha detto: ‘dottoressa mia, qui c’è da mandare avanti la Roma!’ e mi portò in ospedale tutte le varie carte da firmare, ma non mi è dispiaciuto. Mi è dispiaciuto che il primo anno di vita di mia figlia non l’ho vissuto in pieno. Minacce di morte? Mio marito, le mie sorelle, mia mamma, mia zia, tutti mi hanno aiutato, hanno fatto una sorta di ombrello. Arrivavano delle lettere con dei proiettili, sapevano loro come comportarsi e cercavano di non dirmi la quantità di minacce e di lettere minatorie che arrivavano perché io dovevo lavorare e cercare di stare più serena possibile. Quindi, hanno gestito loro con la Polizia, il Ministero dell’Interno e tutto l’apparato che ti aiuta, ti sostiene e ti protegge e quindi io potevo continuare a lavorare, con un po’ di incoscienza ma con molta preoccupazione, non tanto per me, da mamma la mia preoccupazione era mia figlia e quello che poteva succedere. Mi tiravano i sassi dalla strada, io avevo un giardino e avevo paura di girare dalla parte della strada con la carrozzina. Non voglio fare pena, perché sono stata una donna fortunata, non voglio fare pena, però sicuramente è una restrizione di libertà importante, soprattutto come prima figlia. La scorta? Li vorrei ancora ringraziare questi ragazzi che mi hanno fatto compagnia, mi hanno assistito, mi hanno protetto, sono state delle persone fantastiche e sono ragazzi che rischiano la vita tuti i giorni, ragazzi che hanno delle famiglie. La vendita della Roma? Un signore presente durante il Consiglio d’Amministrazione mi disse: ‘adesso lei se ne deve andare’. Premesso che la consapevolezza della vendita c‘era, la tristezza di lasciare qualcosa che era appartenuta al mio papà c’era, la modalità di essere cacciata, no. Però si impara anche da quello, mi sono fortificata anche lì. Totti e Montella? ‘ I miei ragazzi’ sono stati i due ragazzi con cui mio padre ha voluto trascorrere l’ultimo compleanno in terapia intensiva, gliel’hanno permesso. Papà è stato legato a tanti giocatori, quindi non voglio escludere gli altri ma proprio loro due sono stati con lui l’ultimo compleanno, perché lui voleva loro. Gli dissi: ‘Papà ci siamo noi’, rispose: ‘Ma tu chiamali!’. Come ho vissuto la vittoria dello scudetto del Napoli con mister Spalletti? Ho vissuto la vittoria di Napoli e dei napoletani, ho tanti amici napoletani, sono tifosa della Roma però per loro e per la città di Napoli, perché è una città del Sud e non voglio dire niente, però sono stata contenta e il mister è riuscito ad avere una grande squadra per vincere”. La conduttrice tv Caterina Balivo, tifosa del Napoli, ha commentato: “Spalletti è stato molto bravo a gestirla, perché metà di quella squadra c’è anche oggi, ma stiamo vivendo un momento molto doloroso, ci manchi Spalletti!”. Rosella Sensi le ha risposto: “Sono momenti, passeranno!”.

 

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09/01/2024 - 17:43

NAPOLI - Rosella Sensi, ex presidente della Roma, ha rilasciato un’intervista a “La Volta Buona”, trasmissione tv in onda su Rai Uno e condotta da Caterina Balivo. Ecco quanto evidenziato da “Napoli Magazine”: “Tu, Caterina, tifosissima del Napoli? Lo so, io sono tifosissima della Roma, due città del Sud, due città che conquistano i loro scudetti con grande fatica e ne sanno gioire molto, sappiamo gioire dei nostri successi. Perché non ho mai fatto interviste personali? Quando avevo quel ruolo sentivo molto la responsabilità di quello che facevo ed ho un rimpianto: quello di aver comunicato poco in quel momento su ciò che riguardava il lavoro e la Roma e poi, qualcuno sa che io sono stata contestata molto, ho avuto la scorta e avevo paura per le mie figlie e quindi ho preferito far passare un po’ di tempo e oggi grazie a te e al tuo invito, parlo volentieri. Com’era il mio rapporto col mio papà? Ero morbosamente attaccata a papà, gli volevo un gran bene, lui nell’ultimo periodo aveva difficoltà a camminare, però io non facevo altro che saltargli sulle ginocchia, per stare in braccio a lui e sentire le sue coccole, il suo odore. Io lo stimavo, ho avuto una adorazione enorme, per me è stato un grandissimo dolore quando lui è venuto a mancare. Quando la Roma perdeva era una tragedia, tutti a casa con la minestrina, tutti in silenzio, noi dovevamo sentire il senso di responsabilità di quello che era successo e tutti a casa, poi noi siamo tre sorelle, avevamo 23, 20, 18 anni e volevamo uscire ma non si poteva, tutti a casa. Aveva perso la Roma. Dopo si riprendeva, si gioiva. I ricordi di quel periodo restano vivi nel mio cuore, ricordare papà… vincemmo la Coppa Italia a Milano, lui era caduto, non riusciva a stare in piedi, è venuto a Fiumicino ad accogliere i suoi ragazzi per ringraziarli ad uno ad uno e quindi è venuto nonostante una grande fatica perché non stava in piedi. Scopro di aspettare la mia prima figlia, dopo aver perso già due bimbi, e lo scopro il giorno prima che papà morisse, non sono riuscita a dirglielo, lui aspettava anche un nipote da me, perché li aveva già dalle mie sorelle e questa cosa da una parte so che me l’ha mandata lui, me l’ha fatta tenere lui, perché avevo difficoltà a mantenere la gravidanza, però è stato un susseguirsi di emozioni veramente fortissime. Per fortuna ho un marito splendido e una famiglia che mi è stata tanto vicina. La presenza di Totti di grande aiuto per me che non stavo bene al funerale di papà? Per scaramanzia non gli avevo detto della gravidanza, di solito si aspetta un po’, ma gli ho detto: ‘tu non mi lasci’, mi sono aggrappata a lui come altre volte. Inconsapevolmente, anche quella volta mi è stato di grande aiuto, perché io avevo paura di perdere mia figlia, quindi ero tra il dolore e la disperazione e lui era lì con me, come tante altre volte. Totti e l’addio al calcio? Ho pianto, quel giorno non sono andata per altri motivi, perché non condividevo le decisioni della precedente proprietà, di come aveva trattato Francesco, lo dissi anche ad Ilary, però da casa piangevo disperata. Le mie figlie mi chiedevano perché piangessi e risposi loro che erano lacrime di gioia, ma si accorsero che era un pianto vero. Francesco è la Roma, non solo per i romanisti, Francesco è un simbolo del calcio italiano, perché è cresciuto in una città ed è riuscito ad arrivare a quel punto. E’ vero, non è da tutti, però ha dato un sogno e può dare un sogno a tante persone, a tanti bambini che scendono in campo ogni giorno, durante la settimana. Totti è un simbolo anche fuori dal campo. Avevo fatto un contratto mantenendo il ruolo da dirigente a vita a sua scelta perché se lo meritava, perché aiutava la Roma, non per fare un regalo a Francesco, perché Francesco avrebbe fatto un regalo alla Roma a chi sarebbe venuto dopo di noi. Io presidente della Roma negli spogliatoi dopo le partite? Chiedevo permesso e poi entravo, mio padre poteva entrare, però è logico, magari erano sotto la doccia, si stavano cambiando, io chiamavo qualche dirigente e dicevo: ‘ chiedete loro di coprirsi e fatemi entrare’, poi parlavo. Un mio ex giocatore, Marco Delvecchio, un giorno mi disse: ‘Guarda Rosella, mi sembravi un uomo vestito da donna’. E gli rispondevo: ‘non c’è diversità di genere quando uno è arrabbiato!’. Se mi arrabbiavo con Totti? Mi arrabbiavo con tutti, nel cuore non facevo distinzioni, e li ringraziavo anche tanto. Ero un po’ severa. Matrimonio Totti con Ilary? Bellissimo matrimonio, ero molto contenta per loro, ho visto la nascita di due dei tre figli, Cristian e Isabel, andai a trovare Ilary, sempre in forma. Andai il giorno dopo la nascita di Isabel e la trovai in perfetta forma, le dissi: scusa Ilary, sono tre anni che cerco di tornare in forma, di perdere il peso preso in gravidanza e tu?!”. Era bellissima a neanche 24 ore dalla nascita della figlia! Il documentario di Ilary? Mi dispiace, non mi aspettavo questa notizia (della separazione tra Totti ed Ilary, ndr) quando è uscita, mi è dispiaciuta per entrambi, per i tre ragazzi, mi è dispiaciuto perché era una famiglia bellissima, erano due persone che con i loro caratteri si compensavano e credo sia necessario per un uomo e una donna avere due caratteri apparentemente diversi per compensarsi nei vari problemi della vita, nelle gioie e nei dolori, in tutto. Mi è dispiaciuto tanto, poi non entro nel merito di quelle che sono le loro decisioni. Vedendoli insieme non l’avrei mai pensato. Lei è esuberante, spiritosa, lui è sarcastico, ironico come ogni romano, una bella coppia insieme. Come ho vissuto quel 2008 come presidente della Roma dopo la morte di mio padre e in attesa di mia figlia? Purtroppo non mi sono goduta la gravidanza, io dovevo andare allo stadio e il mio ginecologo mi seguiva allo stadio. Questa cosa non l’ho mai detta, lui veniva e mi assisteva se stavo male, poi è nata Livia, la mia figlia più grande. I tifosi non volevano che una donna presidente fosse incinta. Io ho sempre detto che quando abbiamo un ruolo dirigenziale, parlo di uomini e donne, dobbiamo usare il cervello e non le gambe e quindi non vedevo problemi di diversità. Addirittura Daniele Pradè, io ho partorito il martedì e mi ha lasciata in pace mezza giornata del mercoledì, poi è arrivato e ha detto: ‘dottoressa mia, qui c’è da mandare avanti la Roma!’ e mi portò in ospedale tutte le varie carte da firmare, ma non mi è dispiaciuto. Mi è dispiaciuto che il primo anno di vita di mia figlia non l’ho vissuto in pieno. Minacce di morte? Mio marito, le mie sorelle, mia mamma, mia zia, tutti mi hanno aiutato, hanno fatto una sorta di ombrello. Arrivavano delle lettere con dei proiettili, sapevano loro come comportarsi e cercavano di non dirmi la quantità di minacce e di lettere minatorie che arrivavano perché io dovevo lavorare e cercare di stare più serena possibile. Quindi, hanno gestito loro con la Polizia, il Ministero dell’Interno e tutto l’apparato che ti aiuta, ti sostiene e ti protegge e quindi io potevo continuare a lavorare, con un po’ di incoscienza ma con molta preoccupazione, non tanto per me, da mamma la mia preoccupazione era mia figlia e quello che poteva succedere. Mi tiravano i sassi dalla strada, io avevo un giardino e avevo paura di girare dalla parte della strada con la carrozzina. Non voglio fare pena, perché sono stata una donna fortunata, non voglio fare pena, però sicuramente è una restrizione di libertà importante, soprattutto come prima figlia. La scorta? Li vorrei ancora ringraziare questi ragazzi che mi hanno fatto compagnia, mi hanno assistito, mi hanno protetto, sono state delle persone fantastiche e sono ragazzi che rischiano la vita tuti i giorni, ragazzi che hanno delle famiglie. La vendita della Roma? Un signore presente durante il Consiglio d’Amministrazione mi disse: ‘adesso lei se ne deve andare’. Premesso che la consapevolezza della vendita c‘era, la tristezza di lasciare qualcosa che era appartenuta al mio papà c’era, la modalità di essere cacciata, no. Però si impara anche da quello, mi sono fortificata anche lì. Totti e Montella? ‘ I miei ragazzi’ sono stati i due ragazzi con cui mio padre ha voluto trascorrere l’ultimo compleanno in terapia intensiva, gliel’hanno permesso. Papà è stato legato a tanti giocatori, quindi non voglio escludere gli altri ma proprio loro due sono stati con lui l’ultimo compleanno, perché lui voleva loro. Gli dissi: ‘Papà ci siamo noi’, rispose: ‘Ma tu chiamali!’. Come ho vissuto la vittoria dello scudetto del Napoli con mister Spalletti? Ho vissuto la vittoria di Napoli e dei napoletani, ho tanti amici napoletani, sono tifosa della Roma però per loro e per la città di Napoli, perché è una città del Sud e non voglio dire niente, però sono stata contenta e il mister è riuscito ad avere una grande squadra per vincere”. La conduttrice tv Caterina Balivo, tifosa del Napoli, ha commentato: “Spalletti è stato molto bravo a gestirla, perché metà di quella squadra c’è anche oggi, ma stiamo vivendo un momento molto doloroso, ci manchi Spalletti!”. Rosella Sensi le ha risposto: “Sono momenti, passeranno!”.

 

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