L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, chi è causa dei suoi mali pianga se stesso, ora una guida esperta, non è tempo di scommesse"
24.05.2021 23:15 di Redazione

NAPOLI - Il finale che non avremmo mai voluto raccontare si è verificato. Dopo un girone di ritorno in crescendo, il Napoli era quasi riuscito nell'impresa di ridimensionare le 9 grandi sconfitte collezionate, contro avversari non insormontabili, in questo campionato. Nove sconfitte che hanno portato ad un anonimo quinto posto e al conseguente addio annunciato ed inevitabile di Gattuso, il quale dopo questa stagione non può essere soddisfatto. Persa la Supercoppa italiana, fuori dalla Coppa Italia e dall'Europa League, l'unico obiettivo che restava da centrare, considerata la forza dell'organico, per ammorbidire il giudizio sulla totalità del rendimento avuto, era la qualificazione in Champions League. E invece, nulla di fatto. Stagione deludente, priva di emozioni, tra infortuni e positivi al covid, ma anche frutto di scelte che restano interrogativi irrisolti, complice l'eterno silenzio stampa che non puo' essere considerato uno strumento utile, alla luce del responso finale conseguito. Le prime domande che mi vengono in mente sono queste: perche' per gran parte della stagione si e' preferito puntare su Hysaj a sinistra? Come mai il fondamentale Demme non ha giocato titolare in una sfida decisiva come quella contro il Verona? Perchè gli è stato preferito il lento Bakayoko per lunghi tratti del campionato? Perche' ci sono volute decine di giornate per capire che Rrahmani offriva piu' garanzie di Maksimovic? Punti di domanda, giusto alcuni per non tediarvi, che ci porteremo dietro. Di Gattuso, salutato con garbo da ADL via Twitter, dopo l'inconcepibile 1-1 interno contro il Verona (anzichè a gennaio/febbraio come suggerivano i risultati), ricorderemo le urla. Quelle reiterate ed eccessive che hanno indotto ironicamente Quagliarella a chiedergli di non fare la telecronaca a bordocampo, e che, per non ricordare tutti i singoli momenti, hanno disegnato volti tesi su diversi protagonisti nel triste momento clou. Da Di Lorenzo a Insigne, da Lozano a Fabian Ruiz, fino a Osimhen e Mertens, è apparso chiaro il nervosismo per il risultato a dir poco sorprendente che stava maturando. Limiti caratteriali, atavici, che ben conosciamo. Ma anche tecnici, di scelte, frutto di un allenatore giovane che, in una piazza come Napoli, ha fatto la sua super scuola ad alto livello. Di questi quasi due anni sulla panchina azzurra resta la Coppa Italia vinta la scorsa stagione, tra le difficolta' che la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori non si è mai permessa di minimizzare. Un trofeo, seguito però da tanta amarezza, con nessun colpevole ben definito che si e' assunto le proprie responsabilita' e di conseguenza nessuna scusa nei confronti del pubblico. Così del "veleno" richiesto, la "settimana tipo", le polemiche e i silenzi, conserveremo nelle nostre memorie a proposito di "Ringhio Star" l'assenza di confronto, fiero di essere stato tra quelli a cui mai, e dico mai, gli e' sfiorato per l'anticamera del cervello di scivolare su critiche che esulavano dall'aspetto tecnico. Come un film visto in tv e raccontato a distanza, o come quando accendi la Playstation e parli solo tu e il monitor mentre giochi con il joypad tra le mani. Nel surrealismo della realta' che ci ha circondato, nell'ultimo anno e mezzo, ne avremmo fatto volentieri a meno, non per accrescere il proprio ego ma semplicemente per garantire una corretta informazione a chi ci legge da oltre 22 anni. Ora il Napoli ripartirà con un nuovo progetto tecnico, e l'ennesima Europa League nel non agevole giovedì da onorare. Caro ADL, chiunque verrà dovrà risvegliare l'entusiasmo ormai sopito e suonare le corde della passione. La situazione suggerirebbe anche la costruzione di una dirigenza tecnico-sportiva di esperienza, in grado di scovare nuovi talenti ed assicurare un ricambio generazionale. I tifosi sono e restano da Champions. Ma i contorni vanno disegnati con guide esperte e non scommesse. E' tempo di fare scelte concrete, per tornare a vincere e costruire un futuro all'altezza del Napoli. A te il prossimo tweet, presidente.

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, chi è causa dei suoi mali pianga se stesso, ora una guida esperta, non è tempo di scommesse"

di Napoli Magazine

24/05/2024 - 23:15

NAPOLI - Il finale che non avremmo mai voluto raccontare si è verificato. Dopo un girone di ritorno in crescendo, il Napoli era quasi riuscito nell'impresa di ridimensionare le 9 grandi sconfitte collezionate, contro avversari non insormontabili, in questo campionato. Nove sconfitte che hanno portato ad un anonimo quinto posto e al conseguente addio annunciato ed inevitabile di Gattuso, il quale dopo questa stagione non può essere soddisfatto. Persa la Supercoppa italiana, fuori dalla Coppa Italia e dall'Europa League, l'unico obiettivo che restava da centrare, considerata la forza dell'organico, per ammorbidire il giudizio sulla totalità del rendimento avuto, era la qualificazione in Champions League. E invece, nulla di fatto. Stagione deludente, priva di emozioni, tra infortuni e positivi al covid, ma anche frutto di scelte che restano interrogativi irrisolti, complice l'eterno silenzio stampa che non puo' essere considerato uno strumento utile, alla luce del responso finale conseguito. Le prime domande che mi vengono in mente sono queste: perche' per gran parte della stagione si e' preferito puntare su Hysaj a sinistra? Come mai il fondamentale Demme non ha giocato titolare in una sfida decisiva come quella contro il Verona? Perchè gli è stato preferito il lento Bakayoko per lunghi tratti del campionato? Perche' ci sono volute decine di giornate per capire che Rrahmani offriva piu' garanzie di Maksimovic? Punti di domanda, giusto alcuni per non tediarvi, che ci porteremo dietro. Di Gattuso, salutato con garbo da ADL via Twitter, dopo l'inconcepibile 1-1 interno contro il Verona (anzichè a gennaio/febbraio come suggerivano i risultati), ricorderemo le urla. Quelle reiterate ed eccessive che hanno indotto ironicamente Quagliarella a chiedergli di non fare la telecronaca a bordocampo, e che, per non ricordare tutti i singoli momenti, hanno disegnato volti tesi su diversi protagonisti nel triste momento clou. Da Di Lorenzo a Insigne, da Lozano a Fabian Ruiz, fino a Osimhen e Mertens, è apparso chiaro il nervosismo per il risultato a dir poco sorprendente che stava maturando. Limiti caratteriali, atavici, che ben conosciamo. Ma anche tecnici, di scelte, frutto di un allenatore giovane che, in una piazza come Napoli, ha fatto la sua super scuola ad alto livello. Di questi quasi due anni sulla panchina azzurra resta la Coppa Italia vinta la scorsa stagione, tra le difficolta' che la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori non si è mai permessa di minimizzare. Un trofeo, seguito però da tanta amarezza, con nessun colpevole ben definito che si e' assunto le proprie responsabilita' e di conseguenza nessuna scusa nei confronti del pubblico. Così del "veleno" richiesto, la "settimana tipo", le polemiche e i silenzi, conserveremo nelle nostre memorie a proposito di "Ringhio Star" l'assenza di confronto, fiero di essere stato tra quelli a cui mai, e dico mai, gli e' sfiorato per l'anticamera del cervello di scivolare su critiche che esulavano dall'aspetto tecnico. Come un film visto in tv e raccontato a distanza, o come quando accendi la Playstation e parli solo tu e il monitor mentre giochi con il joypad tra le mani. Nel surrealismo della realta' che ci ha circondato, nell'ultimo anno e mezzo, ne avremmo fatto volentieri a meno, non per accrescere il proprio ego ma semplicemente per garantire una corretta informazione a chi ci legge da oltre 22 anni. Ora il Napoli ripartirà con un nuovo progetto tecnico, e l'ennesima Europa League nel non agevole giovedì da onorare. Caro ADL, chiunque verrà dovrà risvegliare l'entusiasmo ormai sopito e suonare le corde della passione. La situazione suggerirebbe anche la costruzione di una dirigenza tecnico-sportiva di esperienza, in grado di scovare nuovi talenti ed assicurare un ricambio generazionale. I tifosi sono e restano da Champions. Ma i contorni vanno disegnati con guide esperte e non scommesse. E' tempo di fare scelte concrete, per tornare a vincere e costruire un futuro all'altezza del Napoli. A te il prossimo tweet, presidente.

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
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